Voglio qui ricordare la gravissima situazione dell’avvocato Mohammad al Qeeq, in detenzione amministrativa dal novembre scorso e da allora in sciopero della fame.
Sabato scorso in tutto il mondo, e anche a Milano, si è manifestato per chiedere il rilascio di un uomo che sta morendo. Lo sciopero della fame è una forma di protesta dalla lunga tradizione nonviolenta ed è anche per questo che deve trovare una risposta.
E per restare in Medio Oriente, ho appena letto in alcune agenzie di stampa che Metropolitana Milanese avrebbe sottoscritto un accordo di collaborazione con la Società Nazionale per le Risorse Idriche di Israele, la Mekorot.
Ricordo solo che questa impresa è stata oggetto di denunce a livello internazionale per la sua complicità nella sottrazione, controllo e razionamento dell’acqua nei territori palestinesi, denunce che parlano addirittura di un vero e proprio apartheid dell’acqua.
Come esempio cito questi dati: il consumo pro capite giornaliero dei coloni israeliani è di 369 litri, mentre quello dei loro vicini palestinesi è di 73 litri (al di sotto dei 100 litri considerati minimo vitale dall’ONU).
Ora chiedo a Lei, Presidente, di appurare la veridicità della notizia di questo accordo. Sarebbe opportuno sapere: se la nostra giunta era a conoscenza di tale accordo; se un’azienda controllata e partecipata del Comune di Milano, come MM, possa compiere una scelta tanto impegnativa e politicamente controversa senza l’approvazione della nostra amministrazione. Mi riservo di presentare un’interrogazione in proposito.
Probabilmente è vero che i coloni israeliani consumano il triplo d acqua dei palestinesi, ma il motivo è che i coloni israeliani irrigano i campi con quella acqua. Inoltre tubature, impianto di desalinizzazione e tutto quello che è correlato e’ tutto di proprietà israeliana, che a spese loro danno l acqua anche ai palestinesi. Per cui trovassero un accordo per quei territori perché senza soldi e tecnologia israeliana non vanno da nessuna parte.