Un’idea, una parola che viene fuori dal nulla e il piccolo Matteo, studente della classe terza della scuola primaria ‘Marchesi’ di Copparo, provincia di Ferrara, diventa il protagonista di una bella storia nata durante una mattinata a scuola.
“Qualche settimana fa, durante un lavoro sugli aggettivi, un mio alunno ha scritto di un fiore che era ‘petaloso‘. La parola, benché inesistente, mi è piaciuta”. A raccontarlo, con un post su Facebook, Margherita Aurora, che insegna nella scuola di Matteo. Le è piaciuta talmente tanto che ha pensato di chiedere un parere autorevole… “Ho suggerito di inviarla all’Accademia della Crusca per una valutazione- si legge ancora sulla sua pagina del social network- Oggi abbiamo ricevuto la risposta, precisa ed esauriente. Per me vale come mille lezioni di italiano. Grazie al mio piccolo inventore Matteo”.
E cosa ha risposto l’Accademia? Che può addirittura entrare in vocabolario: “La parola che hai inventato- si legge nella lettera di risposta, inviata a Matteo- è una parola ben formata e potrebbe essere usata in italiano così come sono usare parole formate nello stesso modo”. Viene infatti spiegato che avendo messo insieme ‘petalo+oso’, per intendere ‘pieno di petali’, allo stesso modo “in italiano ci sono pelo+oso” per intendere “pieno di peli” o “coraggio+oso” a significare “pieno di coraggio”. Ma per entrare nel vocabolario non basta averla inventata: “Perché entri in un vocabolario, infatti, bisogna che la parola nuova non sia conosciuta e usata solo da chi l’ha inventata, ma che la usino tante persone e tante persone la capiscano”. Quindi, “se riuscirai a diffondere la tua parola fra tante persone e tante persone in Italia cominceranno a dire e a scriverte ‘Com’è petaloso questo fiore!’” ecco allora che“petaloso sarà diventata una parola dell’italiano” e a quel punto “chi compila i dizionari inserirà la nuova parola fra le altre e ne spiegherà il significato”. (Dire)
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