“La lapidaria risposta del Ministero dei Trasporti alla richiesta di chiarimenti del Forum dell’Acqua sul progetto di variante del tracciato autostradale A25 presentato da Strada dei Parchi, con la quale, a firma del dirigente Migliorino, viene messo nero su bianco che la società concessionaria non ha titolo istituzionale per analizzare problematiche di modifiche del tracciato, e che le attività intraprese devono considerarsi iniziative unilaterali, non corredate da alcun mandato da parte dello stesso Ministero, fa finalmente chiarezza sulla vicenda e conferma le ragioni della battaglia che stiamo avanti come rappresentanti dei comuni della Valle Peligna e dell’Alto Sangro”.
Lo afferma il primo cittadino di Pratola Peligna Antonio De Crescentiis, in prima linea, insieme ad altri 29 sindaci del comprensorio, contro la realizzazione della variante che, dannosa sotto molti aspetti, penalizzerebbe gravemente un territorio già gravemente colpito e in forte sofferenza, senza garantire alcuna sicurezza agli automobilisti in caso di terremoto, e con un fortissimo impatto ambientale per i territori coinvolti.
Nella nota il Ministero ricorda, infatti, che la legge di stabilità del 2013 aveva previsto l’adeguamento del tracciato autostradale esistente della A24 e A25 a causa del rischio sismico e delle ordinanze di protezione civile seguenti al sisma del 6 aprile 2009, e che le varianti ipotizzate dalla società Concessionaria non sono ricomprese nelle attività di progettazione affidatele sulla base della convenzione vigente.
Il Ministero subordina la discussione di qualsiasi proposta di variante ad un incarico di progettazione preliminare, ad oggi inesistente – sottolinea De Crescentiis – e, in ogni caso, ogni eventuale progetto di modifica potrà essere redatto solo dopo aver coinvolto gli enti territoriali interessati.
“Dobbiamo garantire la sicurezza del tracciato esistente – aggiunge De Crescentiis – anche in considerazione dell’allarme lanciato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, attraverso il responsabile della sede dell’Aquila, Fabrizio Galadini, cha ha evidenziato come la variante autostradale attraverserebbe da una a tre faglie attive e sismogenetiche, quelle del Fucino, della media Valle dell’Aterno – Valle Subequana e del Morrone e che, in caso di attivazione delle stesse, con terremoti di magnitudo pari alla massima attesa, l’opera, in gran parte galleria, sarebbe inutilizzabile e, peggio, potrebbe diventare una trappola mortale per gli automobilisti che si trovassero ad attraversarla, anche perché impraticabile per i soccorsi.
Se queste informazioni le leggiamo insieme a quelle che riguardano i danni incalcolabili che subirebbero, con la perforazione, il bacino imbrifero del Gran Sasso e le altre falde freatiche, all’impatto ambientale per il territorio, a quello economico, devastante, che subirebbero i territori della Valle Peligna e dell’Alto Sangro, le attività economiche e industriali e quelle legate al turismo, ci rendiamo conto che l’opera sarebbe un vero e proprio scempio che va fermato ad ogni costo.
Bene, dunque, lo stop arrivato dal Ministero. Ora l’impegno delle Istituzioni deve essere quello di far archiviare definitivamente il progetto e sollecitare l’avvio della messa in sicurezza del tracciato autostradale esistente. Da parte nostra, continueremo il nostro lavoro in attesa dell’audizione presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e le competenti Commissioni Parlamentari”.
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