Nel quadriennio 2011-2014 le Regioni hanno segnato un deficit complessivo di 25 miliardi di euro, frutto di un saldo negativo della gestione in conto capitale e di 35 milioni di attivo per la spesa corrente. Il dato emerge dalal relazione della Corte dei conti, secondo cui il consolidato della gestione di cassa in conto capitale evidenzia un deficit cumulato nel quadriennio ampiamente inferiore (-7,7 miliardi), grazie anche alle anticipazioni di liquidita’ concesse dallo Stato nel biennio 2013-2014. Anche la gestione di cassa delle contabilita’ speciali (partite di giro) mostra un saldo complessivo negativo di oltre 26 miliardi, derivante principalmente dai disavanzi del 2013 (-22,7 miliardi) e del 2014 (-6,3 miliardi). “Importi di rilievo”, sottolinea la magistratura contabile, “che confermano l’esigenza di porre attenzione a questo settore, il cui impatto sulla gestione dovrebbe risultare tendenzialmente neutro”.
Il quadro delle risultanze di competenza delle entrate regionali del 2014 denota una perdita contenuta (-5%) dopo lo straordinario incremento di risorse registrato nel 2013. Le riscossioni subiscono invece un ridimensionamento del 16,5%, dovuto al piu’ lento smaltimento dei residui. Nel quadriennio, tuttavia, le Regioni a statuto ordinario hanno assicurato un maggior recupero nella capacita’ di riscossione dei residui attivi rispetto alle Regioni ad autonomia speciale, le quali evidenziano un sensibile calo delle risorse tributarie, con percentuali di riduzione elevate soprattutto nelle Isole. Criticita’ particolarmente evidenti risultano anche per le entrate in conto capitale delle Regioni del Sud.
Quanto alla spesa, si conferma la tendenza delle Regioni a sottostimare le proprie esigenze funzionali. Nell’esercizio 2014, i pagamenti in conto competenza costituiscono il 76,9% circa della quota impegnata e l’83,3% di quelli complessivi, mentre i debiti pregressi tornano a crescere (+13,8%) per effetto della gestione di competenza, che continua a generare residui rilevanti. Nel quadriennio, si registra una crescita degli impegni (+6,9%) che, a livello pro capite, si traduce in una spesa media al Nord di 2.285 euro, al Centro di 2.589 euro, al Sud di 2.536 euro e nelle Regioni a statuto speciale di 3.733 euro. Nell’esercizio 2014, l’indebitamento regionale (incluso il debito con oneri a carico dello Stato) e’ pari a 67 miliardi, in aumento di circa 5,7 miliardi rispetto al 2013. Di questo, il debito sanitario passa da 23,8 miliardi a 30,7 miliardi. Nel complesso, il debito medio pro capite passa da 931 euro a 1.043 euro. Il limite quantitativo all’indebitamento e’ stato oltrepassato dalla Regione Piemonte, mentre le Regioni Sardegna, Lombardia, Emilia-Romagna, Trentino-Alto-Adige, Veneto e Puglia non hanno fatto ricorso ad indebitamento. Le operazioni di ristrutturazione del debito regionale, risultano avviate da sei Regioni (Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia) per complessivi 5,6 miliardi di titoli in circolazione. Prosegue la riduzione degli strumenti di finanza derivata previsti a copertura di prestiti obbligazionari e di mutui (rispettivamente, -16,3% e -21,7% rispetto al 2011).
In base ai dati di rendiconto delle Regioni, cresce il peso della spesa sanitaria su quella corrente complessiva (il 75,5% nel 2014, contro il 74,1% del 2013), anche se ne diminuiscono i pagamenti (-3,1 miliardi rispetto al 2013). In termini di contabilita’ nazionale, la spesa sanitaria cresce, nel 2014, dello 0,9% (+984 milioni). E’ il primo, contenuto, incremento di spesa nel corso del quinquennio 2010/2014. La spesa farmaceutica conferma le tendenze consolidatesi a partire dal 2010. Grazie all’ulteriore incremento delle compartecipazioni versate dagli assistiti (+4,45 % rispetto al 2013, +64 milioni in valore assoluto), e’ in diminuzione la spesa convenzionata netta (-2,99%), mentre e’ in sensibile crescita quella ospedaliera (+8,36%) e la distribuzione diretta (+7,73%). Prosegue il trend in diminuzione dei debiti verso i fornitori (pari a 23 miliardi, -21,7% rispetto al 2013) e si riduce anche il disavanzo economico complessivo delle gestioni sanitarie (-1,2 mld rispetto a -1,9 mld del 2013).
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