A seguito della discriminatoria chiusura dei confini, 7000 richiedenti asilo si trovano bloccati alla frontiera greco-macedone di Idomeni, in condizioni agghiaccianti e circondati da pesanti misure di sicurezza.
“Tragicamente, i paesi europei sembrano avere più voglia di coordinare gli sforzi per chiudere i confini che di fornire protezione e servizi essenziali ai rifugiati e ai richiedenti asilo” – ha dichiarato Giorgos Kosmopoulos, direttore di Amnesty International Grecia.
Un accordo raggiunto a metà febbraio tra le forze di polizia di tutti i paesi attraversati dalla rotta balcanica ha determinato l’esclusione dei cittadini afgani dall’ammissione alle frontiere, mentre l’Unione europea sta incentivando la modalità di indicare con un cenno della mano chi può e chi non può attraversare la frontiera.
“Ogni singola persona, a prescindere dalla nazionalità, ha il diritto di chiedere asilo e quello di essere trattata in modo dignitoso. Le prassi che negano l’ammissione a determinati gruppi nazionali di richiedenti asilo e rifugiati sono illegali e possono dar luogo a respingimenti” – ha aggiunto Kosmopoulos.
La tensione aumenta di ora in ora, mentre sempre più migranti e rifugiati continuano ad arrivare a Idomeni senza sapere cosa li attenderà. Il 29 febbraio le forze di sicurezza della Macedonia hanno reagito coi gas lacrimogeni al tentativo di un gruppo di persone di oltrepassare la frontiera.
Amnesty International ha visto rifugiati e richiedenti asilo, compresi gruppi familiari con bambini molto piccoli e persone con disabilità, dormire all’addiaccio. Il centro di transito allestito a Idomeni può ospitare un massimo di 2500 persone. Migliaia di altri richiedenti asilo sono fermi, in pessime condizioni, al porto del Pireo. Molti di loro hanno denunciato ad Amnesty International l’assenza di servizi fondamentali e di informazioni su cosa accadrà in futuro.
“La pressione sui paesi dei Balcani affinché blocchino le persone che li attraversano, senza offrire loro alcuna alternativa per muoversi dalla Grecia, lascia rifugiati e richiedenti asilo, compresi bambini piccoli in fuga dall’orrore della guerra e della persecuzione, abbandonati a loro stessi in condizioni indicibili, senza sapere cosa accadrà domani” – ha commentato Kosmopoulos.
“Quanti altri bambini dovranno dormire al freddo e al gelo perché l’Europa si renda finalmente conto che l’unica soluzione a lungo termine è organizzare percorsi legali e sicuri per i rifugiati e i richiedenti asilo, che solo in questo modo potrebbero ricevere la protezione di cui hanno disperatamente bisogno?” – ha concluso Kosmopoulos.
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