Il Jenin Charitable Hospital, a Gaza, è totalmente operativo grazie ad un impianto fotovoltaico progettato e realizzato dall’ONG Sunshine4Palestine (S4P) in tre fasi dal gennaio 2014 al novembre 2014. Grazie all’installazione, nel 2014 il numero dei pazienti è aumentato del 174%, mentre nel 2015 di più del 228% rispetto ai valori del 2013 quando ancora non era in funzione l’impianto.
Il Jenin Charitable Hospital, a Gaza, è una struttura alimentata al 100% dal sole. Ciò è stato reso possibile grazie ad un impianto fotovoltaico, costruito sul tetto della struttura, definitivamente operativo da fine novembre 2014, mentre i primi lavori sono iniziati nel gennaio dello stesso anno.
L’impianto consente al nosocomio di essere autonomo per l’approvvigionamento energetico per 17 h al dì, dalle 7.00 alle 24.00, con la produzione di 76 Mwtt per anno e serve un bacino di 200mila persone, quelle del quartiere di Shijajia, uno dei più poveri e martoriati dagli attacchi di luglio ed agosto 2014. L’autonomia energetica permette al Jenin Charitable Hospital di affrontare la carenza e l’interruzione di energia elettrica che affliggono il territorio della Striscia di Gaza.
Il progetto è il risultato dell’attività dell’ONG Sunshine4Palestine, che ha recentemente elaborato i dati annuali pervenuti dal nosocomio gazawo. Secondo i valori, grazie all’installazione nel 2014 il numero dei pazienti che ha avuto accesso alla struttura è il 174% in più dei pazienti curati nel 2013, mentre nel 2015 più del 228% rispetto ai valori del 2013, quando ancora non era in funzione l’impianto. Gli accessi mensili sono stati una media di 1.109,5 unità nel 2014 e di 1.928,33 nel 2015.
I dipartimenti più frequentati sono quelli di “Ostetricia e ginecologia”, “Pediatria” e “Medicina Interna”. Per quanto riguarda la prima clinica citata, mentre nel 2013 gli accessi medi mensili sono stati 3.264, nel 2014 sono stati 12098 (+8.834) e nel 2015 14.736 (+11.472), quasi quintuplicati. Nel dipartimento pediatrico, invece, gli ingressi medi mensili sono stati 3.354 nel 2013, 5.347 nel 2014 e 7.122 nel 2015. Infine, nel terzo dipartimento citato, nel 2013 gli ingressi sono stati 4.500, nel 2014 5.983 e nel 2015 nel 6.485.
Il dato complessivo annuo, vede il numero medio dei pazienti trattati dall’ospedale passare dai 18.012 del 2013, ai 31.326 del 2014, fino a raggiungere i 41.152 del 2015, con una crescita costante del numero di accessi.
Risultati più che soddisfacenti anche nel risparmio della spesa energetica: il costo che l’impianto avrebbe sostenuto, se fosse stato alimentato a gasolio sarebbe stato di 33.076,00 dollari annui, valutando un impiego di 1.500 litri di gasolio al mese per mantenere aperto l’ospedale 17 ore al giorno.
Considerando questo dato, il costo affrontato da Sunshine4Palestine per l’istallazione del primo modulo, di circa 50mila dollari, è stato totalmente ripagato dal momento che la struttura è ormai esclusivamente alimentata dall’impianto fotovoltaico da ormai quasi due anni. Questo ha permesso un reinvestimento – da parte del management dell’ospedale – nella struttura coprendo i costi di personale e le spese vive che hanno permesso l’estensione dell’orario di apertura del Jenin Charitable Hospital dalle 4 alle 17 ore al giorno.
Infine, è da ricordare che un pannello è stato danneggiato nell’estate 2014 dalla scheggia di una bomba durante gli attacchi israeliani al popolo palestinese, ma il pannello ha resistito e seguita a funzionare regolarmente.
Barbara Capone, giovane ricercatrice in Fisica italiana all’Università di Vienna e presidente di Sunshine4Palestine, afferma: “La carenza dell’energia è una vera piaga della Striscia di Gaza e per questo motivo abbiamo deciso di intervenire. Abbiamo cominciato a lavorare al progetto nel 2011 insieme all’ingegnere palestinese Haitham Ghanem, che è membro dell’associazione. In quell’anno abbiamo ideato l’impianto in tre moduli, installabili autonomamente l’uno dall’altro, ed individuato il budget necessario per la sua costituzione: circa 50mila euro.
Nel gennaio 2014, grazie a numerose donazioni, alla raccolta fondi attraverso eventi culturali e ad un finanziamento della Fondazione Vik Utopia Onlus, è stato installato il primo modulo. Ciò ha permesso il funzionamento di uno dei piani dell’ospedale per 17 ore al giorno, rispetto alle 4 ore precedenti. Un modulo che ha reso operativo l’ospedale anche sotto i recenti bombardamenti ed ha resistito ad essi.
Nel novembre del 2014 abbiamo completato l’installazione grazie ad un concerto realizzato in collaborazione con Stefano Bollani al Teatro Argentina di Roma. Con i proventi del sold out abbiamo provveduto alla fornitura delle batterie che hanno permesso l’accensione dei rimanenti tre dei quattro inverters che costituiscono il modulo, portando l’impianto da 4 a 16kWp. Inoltre, abbiamo comprato 12 pacchi batteria ed abbiamo realizzato la nuova rete elettrica del secondo piano. L’ospedale ha così completa autonomia e tutte le sue cliniche (dipartimenti di otorinolaringoiatria, dermatologia, medicina interna, psichiatria, chirurgia vascolare, chirurgia urologica, pediatria, ortopedia, pronto soccorso, vari laboratori di analisi ed una farmacia) sono operative ed indipendenti da ogni approvvigionamento energetico.
Siamo molto soddisfatti dei dati che ci sono pervenuti dal Jenin Charitable Hospital perché dimostrano che il lavoro che abbiamo svolto nel quartiere di Shijajia sta portando dei benefici concreti alla popolazione della zona”.
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