Serrato ed acceso è stato il confronto tra le parti di ieri al Ministero dello Sviluppo Economico. I call center sono una realtà consolidata nel nostro Paese. Sono la fonte di reddito per migliaia di famiglie e di giovani, sono l’opportunità per riattivare l’economia della nostra Nazione, oramai affogata dalla crisi economica che ha lasciato per strada tanti neo-disoccupati senza un reddito ed in alcuni casi senza più speranza. Mi auspico che il Governo, con i suoi rappresentanti, abbia finalmente compreso che i settori strategici e di interesse nazionale, non siano più intesi come la sola industria pesante o quella del petrol-chimico.
Questo è quanto ha dichiarato Marcello Fazio, della Segreteria Nazionale di Ugl Telecomunicazioni, a margine della riunione tenuta presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Tra gli attori presenti alla riunione, i rappresentanti del Garante per la Privacy, Agcom, il Direttore della Conferenza Stato – Regioni, i Comuni con ANCI, in aggiunta alle rappresentanze di settore dei sindacati e di Confindustria. E’ evidente, prosegue il sindacalista, che intorno ai temi caldi del settore, aleggi lo spettro delle lobby presenti in Parlamento, che a protezione degli interessi di pochi generano un lento ed inesorabile processo di erosione del settore. Basterebbero poche e chiare norme a protezione dei lavoratori, capaci di mettere in fuorigioco chiunque operi nella direzione dello smantellamento o dello sfruttamento dei finanziamenti statali. Il paradosso – ha chiarito il sindacalista – è che con tutti i soldi spesi per risolvere le crisi, garantendo l’applicazione degli ammortizzatori sociali e per facilitare le start-up di nuove imprese nel nostro mercato, probabilmente si sarebbe potuto incentivare le assunzioni presso i grandi player di settore. I volumi di traffico ceduti in appalto, sono per circa il 70% provenienti dal settore energetico e per la parte rimanente dalle Telco, quindi si tratta di grandi società che operano per concessione governativa o delle quali il MeF (Ministero dell’Economia e Finanza) detiene importanti quote di proprietà. I temi affrontati sono in discussione da circa dieci anni e dopo una sosta significativa nell’era Berlusconi, sono ritornati alla ribalta con l’insediamento della Commissione Call Center a lavoro da circa due anni presso il MiSE. Delocalizzazioni, Gare al massimo ribasso, ma anche l’introduzione di una clausola sociale, la regolamentazione sulla qualità dei servizi di customer care offerti a cittadini – ha riepilogato il sindacalista – sono temi che quando hanno trovato delle risposte, sono stati affrontati in modo parziale e non risolutivo. Esempio ne è l’ art. 24 bis del D.L. n. 83/2012 (conv. L. n. 134/2012) che tra circolari di chiarimento del Ministero del Lavoro e mancata vigilanza ispettiva, ha perso la forza di contenere la fuga verso Paesi terzi e non comunitari.
Le delocalizzazioni, per cui, hanno avuto una risposta poi resa dl tutto inefficace nei fatti. Stesso discorso vale per la clausola sociale, la cui applicabilità appare davvero lontana, tenuto anche in considerazione del rimando al rinnovo del CCNL di settore già scaduto nel 2013. Le gare al massimo ribasso, invece appaiono tema tabù ed intorno al quale il Governo sembra non voler prendere posizione. Eppure come parte sindacale a più riprese abbiamo sollecitato al fine di introdurre una banale norma sull’offerta economicamente più vantaggiosa, esattamente come già accade nel settore degli appalti pubblici. A chi fa gioco questa situazione? è da tempo che ci domandiamo il perché non si voglia, una volta per tutte, dare concretezza alle mille promesse fatte alle rappresentanze sindacali e quindi ai lavoratori e cittadini di questo Paese. Nessuno intende violare le norme della comunità europea, nè agire al fine di alterare la libera concorrenza. Noi, piuttosto, pretendiamo che sia fatto ordine nel settore, attraverso l’introduzione di regole certe, applicabili e che arginino il Dumping di mercato, mettendo fuori dal settore gli avventurieri e gli sfruttatori che approfittano della attuale giungla normativa. Sul fronte della rinnovata disponibilità, conclude Fazio, il Mise ha annunciato la costituzione di una commissione in grado di valutare le modalità e le criticità derivante dall’applicazione del D. Lgs. 148/2015 in materia di riordino degli ammortizzatori sociali.
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