“I giovani rappresentano un problema per gli adulti, perché non riescono a riconoscere e ad inquadrare le radici dei loro problemi. Nel mondo dell’immediatezza non fanno altro che cercare le soluzioni più rapide”. Una critica forte quella di Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva e promotore di numerosi sportelli di ascolto e supporto psicologico nelle scuole italiane.
“Se i bambini non dormono c’è lo sciroppo per il sonno istantaneo (fortunatamente è stato ritirato)- prosegue il terapeuta- se strillano, è subito concesso loro quello che desiderano per placare immediatamente il senso di colpa dei genitori. Se poi hanno un comportamento che disturba al di fuori dall’ambito familiare, si ricorre al neuropsichiatra. In questo modo si potrà ricevere una diagnosi e, possibilmente, un farmaco: la pillola che lo calmi e la valutazione che giustifichi gli adulti sull’impossibilità di educare il figlio”.
Castelbianco avverte: “I comportamenti dei bambini e degli adolescenti sono giunti a un punto veramente difficile. Purtroppo non è la fine, siamo nel mezzo di un percorso che sarà sempre più lungo e difficile”.
Lo psicoterapeuta dell’età evolutiva differenzia poi il suo discorso tra adolescenti e bambini: “L’adolescenza dovrebbe essere quell’età in cui i minori possono non sapere tante cose, ma certo non gli adulti di essere così ciechi e ignoranti su ciò che accade fra di loro. Il punto è che l’attenzione degli adulti si focalizza sui ragazzi solo quando emergono delle patologie eclatanti, sulle quali è impossibile chiudere gli occhi: anoressia, bulimia, alcol, droga, sesso, fumo e comportamenti disperati. Manca una riflessione sul fatto che purtroppo esiste una percentuale elevatissima di giovani che stanno veramente male pur non manifestandolo. Fino a che non accadrà qualcosa di eclatante però- critica lo psicoterapeuta- gli adulti faranno sempre come gli struzzi: mettono la testa sotto la sabbia e dicono ‘Mio figlio per fortuna non fa parte di questa gioventù’”.
Ultimamente “c’è tanta attenzione sul bullismo e il cyberbullismo– ricorda Castelbianco- in questo modo è possibile offrire un’idea dei danni che possono essere commessi tramite internet. Non solo c’è il comportamento violento a danno dei compagni- spiega l’esperto- esistono anche dei siti che illustrano agli adolescenti come diventare anoressici e nasconderlo ai familiari; come studiare il modo di suicidarsi; come bere il sangue dell’amico e così via. Su questi rischi abominevoli non vi è traccia nelle tante discussioni relative ai pericoli di internet, salvo la continua attenzione della polizia postale- sottolinea l’esperto- ma tutti gli altri vivono in una beata ignoranza”. Ecco allora che “a questa notizia di siti così malevoli seguirà un coro di stupore e si ripeterà un’altra volta lo stesso tran tran: l’adulto si stupisce, poi si meraviglia, poi chiede informazioni e poi dimentica”.
Passando ai bambini, “purtroppo il grande problema nella scuola media è il sesso- fa sapere lo psicoterapeuta- alle elementari, invece, è forte il fenomeno dell’aggressività, che affonda le sue radici addirittura negli asili nido e nelle materne. Ai nidi ci sono tanti bambini che mordono, danno calci, sputano e danno testate al muro- ripete lo psicologo- e la colpa viene addossata alle assistenti di asili nido. Va chiarito allora che il bimbo quando compie un atto di aggressività è rapidissimo e lo fa nel momento in cui è meno possibile l’essere fermato”.
La problematica dell’aggressività “è trasversale in tutta Italia- chiosa Castelbianco- ed è determinata da una rabbia profonda sia nei bambini che negli adolescenti. Invece di andare a cercare un neuropsichiatra che possa dare una diagnosi di disturbo oppositivo provocatorio, di Adhd o cercare la colpa in terze persone- consiglia- dovremmo riflettere su come mai il sentimento di rabbia nasca e cresca in questi giovani, assaliti anche da un forte stato d’ansia: una miscela esplosiva”. II terapeuta fa un esempio: “I bambini che reagiscono con un’ esplosione di rabbia e aggressività a fronte di un ‘NO’ risultano agli occhi di noi adulti un fenomeno inspiegabile. Questo accade perché paragoniamo la reazione alla negazione di una semplice caramella o di un’altra piccola richiesta- conclude- ma non è lì che va cercata la causa. Il primo tentativo che gli adulti devono fare per arginare quest’ondata di malessere crescente è essere più coscienti e smettere di stupirsi. Più l’adulto manifesta il suo stupore, più monta la rabbia del giovane”.
Federico Bianchi di Castelbianco-Dire
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