Nel 2015 gli occupati si sono attestati ad un valore medio di 479 mila unita’ mentre nel 2014 il valore medio e’ stato di 476 mila per cui nel 2015 gli occupati sono stati mediamente 3 mila in piu’ rispetto al 2014. E’ quanto afferma il ricercatore Aldo Ronci. “Ho ipotizzato – spiega in una nota – che nel I trimestre 2015 la flessione fosse stata molto piu’ consistente di quella che effettivamente si e’ realizzata lasciando invariati gli altri dati e, solo per questo, i risultati sono cambiati, in quanto il valore medio degli occupati e’ diventato di 472 mila unita’, per cui gli occupati risulterebbero mediamente 4 mila in meno rispetto al 2014 mentre e’ rimasto inalterato il decremento annuo di 17.000 occupati. Nel IV trimestre 2014 gli occupati erano 502 mila mentre nel IV trimestre 2015 scendono a 485 mila subendo una flessione di 17 mila unita’. In valore percentuale, gli occupati, hanno subito un decremento del 3,3% in contro-tendenza con l’incremento nazionale che si e’ attestato allo 0,8%. Il decremento del 3,3% degli occupati – rileva Ronci – posiziona l’Abruzzo all’ultimo posto nella graduatoria nazionale delle regioni italiane. Il decremento 2015 (IV trimestre su IV trimestre dell’anno precedente) di 17.000 occupati e’ il peggior risultato degli ultimi 8 anni. In valori assoluti nel IV trimestre 2008 gli occupati erano 503 mila mentre nel IV trimestre 2015 sono stati 485 mila registrando una flessione di 18 mila unita’. Il valore medio degli occupati nel 2008 si e’ attestato a 511 mila unita’ mentre nel 2015 e’ diventato 479 mila per cui tra il 2008 e il 2015 gli occupati sono stati mediamente 32 mila in meno. Gli occupati per attivita’ economiche nel 2015 in Abruzzo registrano un notevole decremento nei servizi (-20 mila), decrementi molto lievi nell’ agricoltura (-3 mila) e nell’industria (-1 mila), crescono soltanto nelle attivita’ ricettive (+5 mila) e nelle costruzioni (+2 mila). Il tasso di occupazione in Abruzzo nel IV trimestre 2015 e’ stato del 55,4%, valore piu’ basso del 56,6% nazionale, mentre nel IV trimestre 2014 il tasso abruzzese del 56,9% era piu’ alto del 56% italiano. Sempre in Abruzzo, nel IV trimestre 2014 i disoccupati ammontavano a 69 mila unita’ e nel IV trimestre 2015 diventano 71 mila registrando un incremento di 2 mila unita’. In valori percentuali in Abruzzo i disoccupati hanno registrato un incremento del 2,7% in controtendenza rispetto al dato Italiano che ottiene una flessione del 10,7%. L’incremento del 2,7% dei disoccupati posiziona l’Abruzzo al penultimo posto nella graduatoria nazionale delle regioni italiane”.
Stando sempre all’analisi di Ronci, che si basa su dati Istat, “il tasso di disoccupazione in Abruzzo nel IV trimestre 2015 e’ stato del 12,7% mentre in Italia ha segnato l’11,9%. Viceversa nel IV trimestre 2014 il tasso abruzzese del 12% era piu’ basso del 13,3% italiano. La consistente flessione di 17 mila occupati subita nell’anno 2015, che in valore percentuale e’ stata del 3,3%, fa dell’Abruzzo il fanalino di coda delle regioni italiane. I dati sull’occupazione dell’anno 2015 evidenziano, anche, che in Abruzzo, diversamente da quanto si e’ realizzato in quasi tutte le altre regioni italiane, il Jobs Act e gli sgravi contributivi, anche se hanno incrementato i contratti a tempo indeterminato, non sono riusciti, pero’, a stimolare la crescita del livello occupazionale. Ai dati poco rassicuranti dell’occupazione si aggiunge che, nell’anno 2015, l’export dei prodotti diversi dai mezzi di trasporto e dagli articoli elettronici ha segnato una flessione dell’1,7, valore in controtendenza con il dato nazionale che invece e’ cresciuto del 2,5%, export che e’ stato realizzato dalle micro e piccole imprese abruzzesi che continua a registrare decrementi al contrario di quanto avviene per l’export dei mezzi di trasporto effettuato dalle multinazionali che continua a crescere; che nell’anno 2015 le imprese si incrementano di appena 133 unita’, registrando il secondo peggior risultato degli ultimi dieci anni. In valori percentuali l’Abruzzo cresce di un modesto 0,09%, valore pari a 1/8 di quello nazionale che e’ stato pari allo 0,75%; che nell’anno 2015 il numero delle imprese artigiane diminuisce di 900 unita’ dopo averne perse 3.500 tra il 2008 e il 2014; che il PIL in Abruzzo nell’anno 2014 ha subito un decremento del 2,5%, (dati Istat) che pone la regione all’ultimo posto della graduatoria nazionale e che nel 2015 e’ cresciuto dello 0,3% (dato Prometeia), valore pari a circa un terzo dello 0,8% italiano. I dati esposti – rileva il ricercatore abruzzese – confermano lo stato di grave crisi in cui si versa l’economia abruzzese ed evidenziano un sistema produttivo locale molto fragile. Per tornare a crescere – secondo onci – serve una politica attiva che punti oltre che al potenziamento delle infrastrutture e alla creazione dei poli di innovazione e delle reti di imprese, (misure queste ultime che interessano un numero marginale di imprese) soprattutto a far cambiare passo al sistema produttivo endogeno abruzzese e per fare cio’ si deve assolutamente riuscire a migliorare la competitivita’ delle imprese (in particolare delle piccole e delle micro imprese)”.
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