I sequestri patrimoniali per reati tributari scoperti nel 2015 dai Reparti della Guardia di Finanza della regione Abruzzo ammontano a 66 milioni e 886 mila euro mentre le proposte di sequsetro hanno raggiunto la cifra di 374 milioni 947 mila euro. E’ quanto emerge dal consuntivo di un anno di attivita’ illustrato stamane a L’Aquila dal comandante regionale, il generale Flavio Aniello. Le verifiche su Iva ed altri tributi sono state 508, 1.073 i controlli fiscali. Ammontano a 7.341, invece, gli interventi di controllo economico del territorio (verifiche obblighi strumentali, controlli sulla circolazione delle merci e su indici di capacita’ contributiva). Sono 277 i soggetti denunciati per reati tributari scoperti, di cui 8 in stato di arresto. Le verifiche e i controlli delle Fiamme Gialle hanno poi portato alla scoperta di due casi di frodi, un caso di fiscalita’ internazionale. Dagli acertamnti esperiti nel corso del 2015 sono emersi 194 evasori totali e 26 paratotali. Duecenodiciassette i lavoratori in nero scoperti, 14 quelli irregolari. Centoventi, infine, i datori di lavoro che hanno utilizzato manodopera irregolare e in nero.
“Le linee d’azione dei Reparti della Guardia di Finanza abruzzesi – ha spiegato il generale Aniello – sono state incentrate principalmente sull’incremento della qualita’ dei controlli e sull’accurata selezione dei soggetti da sottoporre a controllo, in modo da limitare quanto piu’ possibile, da un lato l’impatto ispettivo sulle attivita’ economiche e migliorarne, dall’altro, l’efficacia, indirizzando le attenzioni su quei soggetti con piu’ elevati profili di evasione, causa di alterazione delle regole del mercato e di ingente danno per i cittadini e gli imprenditori onesti. L’obiettivo e’ stato perseguito attraverso l’esecuzione di 18 piani operativi, sviluppati in conformita’ alle linee guida fissate dall’Autorita’ di vertice ed applicate su territorio regionale, caratterizzati dall’azione trasversale tipica del Corpo, unico organo di polizia giudiziaria del Paese con competenze specialistiche in campo tributario, ed in ragione di cio’, capace di orientare le proprie strategie investigative a 360 gradi, cosi’ potendo intercettare le diverse implicazioni illecite sottese ad una medesima condotta.
L’azione cosi’ svolta, orientata al contrasto delle frodi fiscali e dei fenomeni evasivi piu’ aggressivi e finalizzata principalmente al ripristino delle necessarie condizioni di giustizia e solidarieta’ tra Stato e cittadini – ha evidenziato il comandante – ha consentito il recupero di risorse molto importanti per lo sviluppo del Paese e la ripresa del processo di crescita economica. Ingenti sono stati, inoltre, i beni mobili ed immobili sequestrati agli indagati per reati tributari, ai fini della successiva confisca obbligatoria dei valori corrispondenti alle imposte evase, con lo scopo precipuo di assicurare un effettivo ristoro alle casse erariali, restituendo alla collettivita’ quanto illecitamente sottratto. Particolare attenzione e’ stata posta, altresi’, nel contrasto allo sfruttamento della manodopera irregolare o, come meglio nota, in ‘nero’, fenomeno oltremodo insidioso in ragione della connessione, il piu’ delle volte, con altre forme di illegalita’ quali lo sfruttamento dell’immigrazione clandestina e le frodi in danno dell’Inps, e dei danni che arreca alle aziende oneste che si trovano a dover competere con imprese ‘infedeli’, le quali, forti di manodopera in nero, riescono ad offrire al mercato servizi e prodotti a prezzi altamente concorrenziali, in spregio anche dei lavoratori stessi che si trovano ad essere sfruttati, senza certezze sulla stabilita’ del rapporto d’impiego e senza alcuna tutela dei propri elementari diritti, altrimenti garantiti, quali ad esempio il diritto alla salute ed alla sicurezza sui luoghi di lavoro”.
Lascia un commento