Un nuovo rapporto pubblicato oggi richiama i governi europei a un maggior impegno nello stabilire la verità e rendere giustizia alle decine di migliaia di persone scomparse in Europa a causa di conflitti o dittature.
A lanciare l’appello è Nils Muižnieks, Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, che ritiene necessario “colmare il vergognoso divario tra i bisogni delle famiglie” delle persone scomparse “e ciò che gli stati fanno”.
Tra i paesi più colpiti dal fenomeno il rapporto indica i paesi della ex Jugoslavia, la Russia, la Spagna, senza dimenticare Cipro, l’Armenia, l’Azerbaijan, la Georgia, l’Irlanda del Nord, Turchia e Ucraina. Il rapporto sottolinea anche come questo fenomeno sia tutt’altro che relegato al passato, come testimoniano le migliaia di migranti annegati nel Mediterraneo senza che un’identità sia stata stabilita.
Il Commissario raccomanda agli stati una serie di misure per migliorare la legislazione e la pratica. In particolare, mette l’accento sulla necessità di fornire risarcimenti e assistenza ai sopravvissuti e alle loro famiglie; rafforzare il processo di esumazione e identificazione dei cadaveri; realizzare delle indagini complete ed eliminare l’impunità.
“Le famiglie delle persone scomparse vivono tra speranza e disperazione. Hanno il diritto di conoscere la verità, e gli stati europei hanno l’obbligo di stabilirla” si legge nel comunicato di Muižnieks. “Se ci riusciranno o no, più una question di volontà politica che di mancanza di possibilità”.
Unica organizzazione paneuropea preposta alla protezione dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto, il Consiglio d’Europa è composto da 47 paesi membri ed e’ un organizzazione differente dall’Unione europea. Il suo Commissario per i diritti umani, Nils Muižnieks e’ stato eletto nel 2012.
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