Twitter compie dieci anni, ma naviga in acque difficili ed è a un punto di svolta. In borsa vola basso, molti dirigenti se ne stanno andando e ancora deve chiudere un anno in utile. Twitter non è esattamente un social network, ma semmai una piattaforma di comunicazione che mette in circolo informazioni. Salvatore Ippolito, country manager per l’Italia, dove i tweet oggi compiono due anni, la definisce “una piattaforma informativa pubblica distribuita in tempo reale”.
A livello globale ha raggiunto 320 milioni di utenti registrati, di cui 254 milioni negli Usa, non tantissimi, se pensiamo che Facebook ne conta 1,5 miliardi, YouTube un miliardo, WhatsApp 900 milioni, la cinese QQ 860 milioni, l’altra cinese WeChat 650 milioni e Facebook Messenger 800 milioni. Se la batte con Instagramn, che ha 400 milioni di utenti, LinkedIn 414 milioni e Google+ 400. Twitter fa fatica ad accrescere il suo raggio d’azione, ma è diventata essenziale per la comunicazione politica. I candidati alla Casa Bianca la usano per mettersi in contatto con i loro elettori. Donald Trump praticamente tweetta e respira in simbiosi. Il co-fondatore di Twitter, Jack Dorsey, recentemente tornato alla guida del gruppo, nota che oltre ai 320 milioni di utenti regolarmente registrati almeno 500 milioni di navigatori supplementari gravitano regolarmente su Twitter senza registrarsi e almeno un miliardo lo fanno saltuariamente. Tuttavia i conti di Twitter faticano a decollare. Utili non se ne vedono, il fatturato nel 2015 è sceso da 577 a 525 milioni di dollari e il titolo che nel 2013 era volato a 69 dollari, ora stagna tra i 14 e i 17, per una capitalizzazione complessiva di 11 miliardi di dollari.
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