Sono circa 7 milioni le persone, per la maggior parte provenienti dal Centro America, che fuggono dalla povertà dei loro paesi e cercano di raggiungere la frontiera sud degli Stati Uniti d’America. Ogni anno si stima che almeno 400.000 migranti irregolari attraversino la frontiera tra Guatemala e Messico. In particolare, il Messico, principale paese di transito, è una delle terre più pericolose per i migranti a causa degli alti tassi di abusi e omicidi a cui sono soggetti. Qui, ogni anno, circa 20.000 i migranti vengono sequestrati per estorcere denaro alle loro famiglie: molti spariscono senza lasciare traccia, vittime di traffico e tratta di persone. Secondo il governo messicano ad oggi i “desaparecidos” risultano 27.000 e tra questi ci sono anche migranti, ma il reale numero delle persone scomparse è di gran lunga superiore, considerando che la maggior parte dei familiari non denuncia la sparizioni alle autorità. Sono queste ultime, infatti, in collusione con i cartelli del crimine organizzato, le principali responsabili della scomparsa di migliaia di cittadini messicani e di migranti: sono loro i “desaparecidos” del nuovo millennio, i “clandestini” di cui nessuno parla, ritrovati spesso nelle decine di fosse comuni sparse per tutto il territorio messicano. Le uniche testimonianze e denunce si hanno dalle organizzazioni e dalle reti che proteggono i migranti, a loro volta vittime di minacce e di violenze.
“Non si può continuare ad ignorare le violazioni dei diritti umani nel mondo. L’’intera Europa, ormai chiusa in un atteggiamento egoistico di difesa e rifiuto, come ci dimostra il trattamento riservato alle persone che premono alle sue frontiere in cerca di rifugio, si disinteressa completamente del dramma dei “nuovi desaparecidos” – afferma Damiano Rizzi, presidente di Soleterre – In America Latina il numero delle persone scomparse è infatti in costante crescita, e tra loro molti sono i migranti. Siamo attivi da molti anni in Messico e Centroamerica per sostenere chi li difende e contrastare e denunciare la violenza ai loro danni. Violenza che quando non li uccide, mina in maniera profonda la loro salute fisica e psicologica, che dovrebbe invece essere un diritto garantito a tutti, come Soleterre ha ribadito nel suo “Manifesto per la salute” presentato nel mese di febbraio Ci sembra doveroso ricordali proprio il 24 marzo, “Giornata Internazionale per il diritto alla verità sulle Gravi Violazioni dei Diritti Umani e la Dignità delle Vittime”, scelta dalle Nazioni Unite perché anniversario dell’uccisione di Mons. Romero in El Salvador, evento simbolico per ricordare i morti e i desaparecidos di Argentina, Cile, Uruguay, ecc.”.
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