Al primo gennaio 2015 le pensioni vigenti sono 18.044.221 di cui 14.312.595 di natura previdenziale, cioe’ prestazioni che hanno avuto origine dal versamento di contributi previdenziali (vecchiaia, invalidita’ e superstiti), durante l’attivita’ lavorativa del pensionato; le rimanenti, costituite dalle prestazioni erogate dalla gestione degli invalidi civili e da quella delle pensioni e assegni sociali, sono di natura assistenziale, cioe’ prestazioni erogate per sostenere una situazione di invalidita’ congiunta o meno a situazione di reddito basso. L’importo complessivo annuo risulta pari a 192,6 miliardi di euro di cui 173,0 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali. Lo rileva l’Inps nell’Osservatorio Statistico pubblicato sul sito.
Oltre la meta’ delle pensioni e’ in carico alle gestioni dei dipendenti privati delle quali quella di maggior rilievo (97,2%) e’ il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti che gestisce il 50,4% del complesso delle pensioni erogate e il 63% degli importi in pagamento. Le gestioni dei lavoratori autonomi erogano il 27,4% delle pensioni per un importo in pagamento del 23,8% mentre le gestioni assistenziali gestiscono il 20,7% delle prestazioni con un importo in pagamento di poco superiore al 10% del totale.
Il 64,3% delle pensioni ha un importo inferiore a 750,00 euro: lo rileva l’Inps nell’Osservatorio Statistico pubblicato sul sito. Analizzando la distribuzione per classi di importo mensile delle pensioni si osserva “una forte concentrazione nelle classi basse”. La percentuale del 64,3% che per le donne arriva al 78,2%, “costituisce solo una misura indicativa della “‘poverta”, infatti – spiega l’Inps – come abbiamo gia’ avuto modo di osservare precedentemente, sono molti i soggetti titolari di piu’ prestazioni pensionistiche o comunque di altri redditi. Delle 11.595.308 pensioni con importo inferiore a 750 euro, solo 5.322.007 (il 45,9%) beneficia di prestazioni legate a requisiti reddituali bassi (quali integrazione al minimo, maggiorazioni sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidita’ civile)”.
La differenziazione per genere e’ accentuata; infatti per gli uomini la percentuale di prestazioni con importo inferiore a 750 euro scende al 45,2% e se si analizza la situazione della categoria vecchiaia si osserva che questa percentuale scende al 24,5% di cui solo il 25,5% costituito da pensioni in possesso dei requisiti a sostegno del reddito. Sempre per i maschi, si osserva che oltre un terzo delle pensioni di vecchiaia e’ di importo compreso fra 1.500 e 3.000 euro.
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