“Sul Ponte sullo Stretto di Messina il ministro dell’Interno Alfano fa l’ennesima forzatura politica, dimostrando di tenere davvero in poco conto il rispetto delle norme e delle procedure: chiediamo al presidente del Consiglio di ricordargliele”. Lo si legge in una nota del WWF, che prosegue: “Il ministro e leader del NCD-Area Popolare, Angelino Alfano, decide con la dichiarazione di oggi di ignorare gli effetti del decreto 187/2014 che ha portato ad avviare le procedure di liquidazione della concessionaria pubblica Stretto di Messina SpA (SDM SpA) e dei rapporti tra questa e il Generale Contractor Eurolink, dopo che quest’ultimo non aveva rispettato l’obbligo di fornire garanzie dal punto di vista tecnico e finanziario sulla realizzazione dell’opera. Alfano, inoltre, decide di ignorare il decreto attuativo che riscrive il Codice degli Appalti, ora all’esame del Parlamento, nel quale si stabilisce che ci sia una nuova selezione e programmazione delle opere veramente necessarie al Paese”.
“Continuare a fare pressioni per realizzare un ponte di 3,3 km in una delle aree a più elevato rischio sismico del Mediterraneo e di maggiore pregio per la biodiversità, tutelata dalla norme comunitarie, è semplicemente una follia: tra l’altro i progettisti non sono riusciti a dimostrare come l’opera si ripagasse con i flussi di traffico – conclude il comunicato del WWF -. Nonostante questo nel 2011 l’allora amministratore delegato della SDM SpA Pietro Ciucci dichiarò che in progetti e consulenze erano stati spesi dalla società 283 milioni di euro, soldi pubblici buttati al vento in un progetto irrealizzabile: si tratta di un inutile e dannoso tuffo nel passato”.
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