La Fiaccolata di ieri notte a L’Aquila per ricordare le 309 vittime del sisma del 6 aprile 2009 (presenti migliaia di persone) ha puntato “una luce” anche su Guido Bertolaso, ex numero uno della Protezione civile. All’inizio della commemorazione, partita poco dopo le 22 da via XX Settembre, dove c’e’ il tribunale appena ristrutturato, Stefano Vittorini, che nel terremoto ha perso sua moglie e sua figlia, ha infatti annunciato che sono state raccolte circa 3 mila firme con le quali si chiede all’ex sottosegretario di rinunciare alla prescrizione del processo ‘Grandi rischi bis’ che lo vede imputato per omicidio colposo plurimo e lesioni.
La petizione sara’ inoltrata all’interessato gia’ oggi dal coordinamento “Noi non dimentichiamo“ che racchiude tutte le principali associazioni che si battono per la ricerca della verita’ nelle piu’ grandi stragi italiane. Dal canto suo Bertolaso in una intervista al sito Fanpage.it ha voluto precisare che “Si rinuncia alla prescrizione nel momento in cui il tribunale annuncia che e’ scattata. A quel punto io ho il diritto di poter dire che rinuncio e quindi il processo va avanti. Purtroppo succedera’ il 7 ottobre (data in cui cade la prescrizione mentre la nuova udienza in tribunale ci sara’ il 21 giugno, ndr) e fino a quel giorno posso solo affermare, garantire e impegnarmi”. In particolare, il processo intende chiarire se le rassicurazioni fornite alla popolazione il 31 marzo del 2009 dall’ex vice presidente della Commissione grandi rischi, Bernardo De Bernardinis (l’unico dei 7 componenti della Cgr condannato in Cassazione nello scorso novembre a due anni con i benefici di legge) furono indotte proprio da Bertolaso, sulla scorta dell’espressione “operazione mediatica perche’ vogliamo rassicurare la gente” che compare in una telefonata intercettata con l’ex assessore regionale Daniela Stati il 30 marzo 2009, anche lei inizialmente indagata e poi scagionata. Tuttavia molti dei legali delle parti civili sostengono che la rinuncia alla prescrizione Bertolaso potrebbe farla in qualsiasi momento. Alla Fiaccolata hanno sfilato anche familiari e amici di persone scomparse in altre tragedie italiane come quella di Viareggio e della ThyssenKrupp. I familiari delle vittime del sisma indossavano una felpa gialla con la scritta “Verita’ per la strage dell’Aquila”. Davanti gli striscioni c’erano tutti, anche quello ormai drammaticamente noto: “E’ triste leggere negli occhi di mamma e papa’ la certezza che neanche stasera tornero’ a casa”.
Al corteo, giunto in piazza Duomo intorno alla mezzanotte dove sono stati letti i nomi delle 309 persone scomparse, c’erano anche, oltre al sindaco Cialente, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Claudio De Vincenti, il commissario di Roma Capitale, Francesco Tronca, il prefetto dell’Aquila Alecci, il presidente della Regione D’Alfonso, quello del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, la senatrice Stefania Pezzopane ma anche tanti sindaci di Comuni dentro e fuori Cratere. Ottimista sulla ricostruzione il primo cittadino del capoluogo: “Vedo la luce in fondo al tunnel, all’inizio era il buio, poi la lucetta, ora la luce”. “Semplicemente e’ un momento di ricordo forte – ha commentato Paolo Tronca – un mix di sensazioni legate a situazioni molto complesse. Oggi piu’ che mai sento la responsabilita’ di testimoniare la vicinanza di Roma e dei romani. Sono passati 7 anni, L’Aquila sta riconquistando la dignita’ di riappropiarsi della propria storia”. Dopo la Santa Messa officiata dall’arcivescovo dell’Aquila Giuseppe Petrocchi nella basilica di San Giuseppe Artigiano e la veglia di preghiera “Aspettando le 3 e 32” nella Cappella della Memoria (piazza Duomo), la commemorazione si e’ conclusa proprio alle 3.32 con l’ascolto dei 309 rintocchi della campana della chiesa di Santa Maria del Suffragio.
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