Il 20 aprile a Genova sciopero dei metalmeccanici

“Svuotiamo le fabbriche, riempiamo la piazza“. E’ l’evocativo slogan dello sciopero unitario e nazionale dei metalmeccanici che si asterranno dal lavoro mercoledì 20 aprile per 4 ore contro il mancato rinnovo del contratto nazionale. A Genova, con un potenziale bacino di utenza di 60 mila metalmeccanici, è previsto un breve corteo attorno alla stazione di […]

Svuotiamo le fabbriche, riempiamo la piazza“. E’ l’evocativo slogan dello sciopero unitario e nazionale dei metalmeccanici che si asterranno dal lavoro mercoledì 20 aprile per 4 ore contro il mancato rinnovo del contratto nazionale. A Genova, con un potenziale bacino di utenza di 60 mila metalmeccanici, è previsto un breve corteo attorno alla stazione di Brignole, con concentramento in piazza Verdi alle ore 9, e successivo presidio davanti alla sede di Confindustria. “Scioperiamo perché Federmeccanica non vuole il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici- spiega Bruno Manganaro, segretario generale Fiom Cgil Genova– e pensa che il contratto nazionale non sia più lo strumento di difesa dei lavoratori, proponendo di fatto un aumento salariale che riguarderebbe solo il 5% del milione e mezzo di metalmeccanici in tutta Italia. Secondo la loro logica, il salario dovrebbe essere discusso all’interno dell’azienda ma sanno benissimo che solo il 30% dei metalmeccanici ormai può usufruire dei contatti integrativi. Se questo concetto passasse per noi, passerebbe per tutti i lavoratori”.

Manganaro è convinto che quello di mercoledì prossimo sia solo un primo segnale: “Siamo solo all’inizio di questa battaglia– avverte- perché le segreterie nazionali nei prossimi giorni si incontreranno per decidere nuove iniziative. Non ce la caviamo certo con solo 4 ore di sciopero“. Le confederazioni sono unite in questa battaglia per difende l’unico strumento che tiene uniti e sullo stesso piano tutti i lavoratori. “Dobbiamo dare un segnale forte- sottolinea Alessandro Vella, segretario regionale Fim-Cisl– per salvare il contratto nazionale, tutelare le piccole realtà che non hanno una contrattazione aziendale e spingere affinché la previdenza sanitaria integrativa non sia più a carattere volontario ma diventi a totale carico della aziende”. Vella non dimentica che negli ultimi anni spesso le tre sigle sindacali si sono divise sulle vertenze locali: “Ma oggi il tema non sono le crisi aziendali- ricorda- e siamo tornati uniti sul contatto nazionale perché è tema importantissimo. Dobbiamo svuotare le fabbriche e dare un segnale unitario da cui possa anche riprendere il dialogo per le singole vertenze sul territorio”. E l’unità in questa battaglia è fondamentale anche per Antonio Apa, segretario generale Uilm Genova, per “portare a casa il contratto. Da Federmeccanica non ci divide solo la questione salariale ma anche un’impostazione sociale dal momento che intendono smontare il concetto di contratto nazionale”. (Dire)

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