Il prossimo 17 aprile saremo tutti chiamati a votare nel referendum sulle trivellazioni in mare, per impedire ai petrolieri di avere per sempre in concessione pezzi del nostro mare. Per impedire, quindi, una privatizzazione di fatto di un bene di cui poter godere noi tutti liberamente.
Questo referendum è l’occasione per affermare che il valore ambientale, sociale, turistico, della piccola pesca del nostro territorio non può essere messo in pericolo dai favori che il governo Renzi vorrebbe continuare a concedere alle compagnie petrolifere.
Rifondazione Comunista e Sinistra Anticapitalista in questi anni hanno sostenuto e partecipato alla resistenza no-triv, al grandissimo movimento che in Abruzzo si è opposto alla deriva petrolifera. Con coerenza, abbiamo posto al centro della nostra azione esclusivamente la difesa del territorio e la costruzione di un modello economico e sociale alternativo, a partire dal Parco Nazionale della Costa Teatina, senza mai pensare a ritorni politici e campagne elettorali. Guarda caso, il Parco della costa Teatina è vergognosamente tornato in una sorta di “porto delle nebbie” e dimenticato, probabilmente per calcoli politici ed elettorali, anche di alcuni che anni fa si proclamavano “difensori dell’ambiente”.
Ombrina Mare, la mega opera petrolifera marina che Renzi e D’Alfonso fino a qualche mese fa hanno cercato fino all’ultimo di imporre all’Abruzzo, è stata bloccata solo grazie alla immensa e tenace resistenza del popolo abruzzese, che neanche dopo la manifestazione di Lanciano di quasi un anno fa si è mai tirata indietro. L’opposizione a quello scellerato progetto è stato ribadito durante la recente visita a L’Aquila di Renzi: da una parte gli Abruzzesi in difesa del proprio territorio contro l’arroganza di Renzi; dall’altra tutto il PD abruzzese stretto attorno al presidente del Consiglio e sordo alle istanze dei cittadini abruzzesi. La sintesi della realtà dei fatti, insomma, è che il PD in questi anni si è schierato coi petrolieri, virando solo dove l’avanzare impetuoso della mobilitazione popolare li ha costretti. Lo dimostra anche questo referendum nel quale, dopo la sconfitta di Ombrina e non vedendo più interesse politico, il PD abruzzese e il governo D’Alfonso si sono sfilati allineandosi alle posizioni di Renzi.
Invitiamo a votare Sì per abrogare la norma che consente alle Società, già titolari di permessi e concessioni, di sfruttare un giacimento entro il limite delle 12 miglia marine anche oltre la scadenza, per tutta la “durata della vita utile del giacimento”, ovvero praticamente per sempre.Il 17 aprile, ribadiamo nelle urne la nostra opposizione ad un modello di sviluppo che è causa del riscaldamento del pianeta e dei danni irreparabili alla salute e agli ecosistemi.Votiamo Sì per fermare le trivelle e un modello economico dominatodagli interessi delle grandi lobbies petrolifere, per difendere i nostri mari. Votiamo Sì contro chi vuole continuare a speculare in un settore già in crisi irreversibile e dove già si stanno perdendo numerosi posti di lavoro; mentre deve avanzare un sistema di energie pulite, che già si dimostra capace di stimolare domanda di lavoro.
Partito della Rifondazione Comunista di Vasto
Sinistra Anticapitalista Abruzzo
per la Rete Antiliberista e Anticapitalista
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