E in atto una “discriminazione regolamentata “ . quella che si sta consumando a danno di ragazzi che pur vivendo in Italia non hanno ancora la cittadinanza. E, pur possedendo un regolare permesso di soggiorno , non hanno diritto di usufruire della “carta acquisti” varata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi a favore dei giovani.(in Italia si è giovani ormai per etnia e non per età) .
Il bonus di 500 euro ai 18enni, inserito dal governo nella manovra e presentato ufficialmente come iniziativa per investire “sulla cultura contro il terrorismo”, E del tutto singolare combattere il terrorismo con una opera culturale che esclude proprio i giovani non appartenenti alla UE e sui quali sarebbe opportuno non commettere l’errore delle periferie parigine.
La legge di Stabilità 2016 ha già stanziato 5 milioni in più, aggiungendone altri 10, avremmo evitato una misura che oltre a favorire lo sviluppo del “patrimonio culturale”, contribuisce anche ad ampliare la segregazione sociale, prevedendo degli incentivi economici discriminanti. Un fatto che diventa ancor più grave tenendo in considerazione il fatto che coinvolge il mondo della scuola e della cultura, proprio quei luoghi che al contrario dovrebbero insegnare ai cittadini cos’è l’integrazione fin dalla più giovane età. Sarebbero quindi tagliati fuori i giovani non appartennti alla Ue . Compresi quelli nati o comunque cresciuti qui, le “seconde generazioni” italiane di fatto, ma straniere per legge, almeno finché non verrà riformata l’attuale legge sulla cittadinanza
A questo punto però sorge spontanea una domanda: per quale motivo il Governo Renzi ha compiuto un autogol tanto clamoroso?
Annuncio una mozione al comune dell’Aquila per chiedere al governo estendere il bonus cultura anche ai ragazzi non appartenete alla Ue residenti in Italia anche se nati altrove .
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