Scrivono in una nota Appello per L’Aquila e L’Aquila che vogliamo che bisognai “incentivare il ritorno in centro storico di persone, negozi e uffici non è solo una questione di ricostruzione ma anche di vivibilità, a partire dalla garanzia di condizioni igieniche che preservino la salute pubblica. A questo proposito, il venir meno delle più basilari attività di pulizia del suolo pubblico nel centro storico è diventato oramai intollerabile.
Chiunque attraversi le vie del centro, quelle percorribili ormai da anni, è investito da una nube di polvere, soprattutto in questo periodo prolungato di vento e siccità – aggiunge la nota – Le strade sono coperte da una coltre di fine terriccio, oltre a essere contornate di erbe spontanee e fogliame ben stratificato che trattengono rifiuti di varia natura. Per non parlare dello stato di abbandono in cui versano tante aree verdi o del completo intasamento di tombini e griglie di scolo”.
“Una situazione incresciosa non solo per chi è tornato ad abitare nelle case ristrutturate, ma anche per chi frequenta il centro per lavoro (a partire dagli operai della ricostruzione) o semplicemente per svago – prosegue la nota – Abbiamo più volte ribadito che la mancanza di pianificazione e programmazione nella ricostruzione delle zone del centro storico avrebbe creato l’effetto di vivere in un eterno cantiere, in cui continuano a mancare per primi uffici e scuole e, tra i pochi coraggiosi esercizi commerciali, spiccano solo i luoghi per l’intrattenimento serale, con il risultato che la tanto auspicata vivibilità rimane una chimera. Dietro nostro sollecito, nel 2013 il comune ha firmato un protocollo di intesa con Ance, Asl e Arta per il contenimento delle polveri da demolizione in tutto il territorio. Da allora si è notata una maggiore attenzione da parte delle imprese nell’utilizzo dei getti d’acqua nelle demolizioni – precisa – Ben venga, per quanto tardiva, anche l’ordinanza del 19 aprile scorso con cui si impegnano le Ditte della ricostruzione a operazioni atte a limitare le emissioni polverulente. Ma è indispensabile, contestualmente, effettuare la rimozione di quanto si accumula e viene trascinato sul suolo pubblico per evitare l’aumento delle polveri sospese da un lato e l’ostruzione delle griglie di scolo dall’altro”.
“Non capiamo, infatti, perché quando si parla di ritorno alla normalità si debba partire proprio dai parcheggi a pagamento – conclude la nota dell’Appello per L’Aquila e L’Aquila che vogliamo. Si cominci da elementari misure di igiene da parte dell’amministrazione per le attività di lavaggio e disinfezione delle strade, diserbo, ripulitura di tombini effettuate a periodi scadenzati e ogniqualvolta se ne rappresenti la necessità, sempre che tali attività siano abbastanza smart per la nuova politica. Chi vive e lavora in centro è ben disposto a confrontarsi ogni giorno con i disagi inevitabili legati alla ricostruzione, ma l’incuria colpevole è ben altro discorso. Sarebbe assolutamente opportuno, infine, rilevare il livello delle polveri sospese per valutare eventuali effetti sulla salute pubblica e soprattutto verificare, dati alla mano, l’efficacia delle misure di contenimento adottate e/o la necessità di ulteriori provvedimenti. Per questo proponiamo che l’amministrazione si attivi presso gli enti preposti per l’installazione di sistemi di misura delle polveri in centro storico. Se per tutti è un diritto conoscere quello che, ogni giorno, respiriamo, per l’amministrazione è un dovere”.
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