Giovani e Anziani sono i due focus a cui Istat dedica due nuovi sistemi informativi. Sugli under 35 e gli over 65 saranno raccolti dati, comunicati stampa, pagine di approfondimento, strumenti di visualizzazione e fonti internazionali. Dalla home page di ciascun sistema, spiega l’Istat, si accede a pagine di approfondimento tematico dalle quali è possibile scaricare i dataset, visualizzare e personalizzare grafici interattivi, accedere a prodotti editoriali diffusi sul tema e a una selezione di link a pubblicazioni, documenti, siti nazionali o internazionali di interesse. La sezione “Dati” offre informazioni, aggiornate periodicamente, sotto forma di tavole multidimensionali esportabili nei formati xls, csv e sdmx. Di seguito si riportano alcuni dei dati più salienti estratti dai due sistemi tematici. Sui giovani, ad esempio, si rileva che i 15-34enni rappresentano il 21,1% del totale della popolazione iscritta in anagrafe al 1° gennaio 2015 e, secondo le più recenti previsioni demografiche, nel 2050 il loro peso sarà sceso al 20,2%.
Altri dati riguardano gli studi: nel 2014, i ragazzi di 18-24 anni che abbandonano prematuramente gli studi sono il 15,0% del totale (11,1% nella media dell’Europa a 28); i 30-34enni che hanno conseguito un titolo universitario rappresentano, invece, il 23,9% (37,9% nell’Ue28). Fra i giovani di 15-34 anni il tasso di occupazione è pari, nel 2015, al 39,2% (56,3% nella classe di età 15-64), quello di disoccupazione al 23,2% (12,1% nella classe 15-64) mentre il tasso di mancata partecipazione al mercato del lavoro si attesta al 36,1% (22,8% tra i 15-64enni). Nel 2014, i giovani celibi di 18-34 anni che vivono in famiglia sono il 68,8%, le giovani nubili il 57,6%. L’età media al matrimonio è 36,6 anni per gli uomini, 32,6 anni per le donne. L’età media delle madri al primo parto è di 31,6 anni, mentre i giovani diventano padri per la prima volta più tardi, in media a 35,2 anni.
I giovani rappresentano anche la parte di popolazione più mobile da un punto di vista territoriale; i flussi di ingresso nel nostro Paese contribuiscono infatti alla crescita numerica di questa fascia d’età. Al contempo, però, si osserva un’accresciuta propensione dei giovani residenti in Italia a emigrare: oltre 36mila hanno lasciato il Paese nel 2014, un valore in aumento del 20,9% rispetto all’anno precedente. L’Istat comunica poi che “partecipano attivamente alla vita civile e politica del paese i due terzi dei 25-34enni, anche se la loro fiducia nei confronti della politica è piuttosto bassa: 2,2 su 10 è il grado di fiducia nei partiti politici e 3,1 il voto attribuito al Parlamento, 35 che vivono solitamente molto ampia è la fiducia verso le forze dell’ordine e i vigili del fuoco (voto 6,7 su 10)”.
Il 28,6% dei giovani che vivono soli risulta, infatti, a rischio povertà (vive cioè in famiglie che nel 2013 avevano un reddito familiare equivalente inferiore al 60% del reddito mediano), contro il 19,4% del totale delle persone residenti in Italia. Questi stessi vincoli possono inoltre esporre al rischio di povertà, deprivazione e disagio abitativo anche quanti si trovino con figli piccoli già nella prima fase del ciclo di vita familiare. Il 13,4% dei giovani che vivono in coppia come genitori sperimenta nel 2014 una condizione di grave deprivazione materiale (mostra cioè almeno quattro segnali di deprivazione su un elenco di nove), contro l’11,6% osservato sul totale della popolazione. Ai giovani, come al resto della popolazione, il sistema di protezione sociale eroga pensioni in caso di sopraggiunta invalidità. Sono circa 3 mila seicento i giovani che in Italia percepiscono una pensione di invalidità (lo 0,3% sul totale dei pensionati). (Dire)
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