La conferenza del quotidiano israeliano Yediot Achronot contro il BDS è diventata una vera e propria fiera dell’odio. L’apice si è raggiunto il 29 marzo, quando il Ministro Israeliano dell’Intelligence, Yisrael Katz, ha invocato “uccisioni civili mirate” contro i leader del BDS come Omar Barghouti. La frase che ha utilizzato (sikul ezrahi memukad) deriva da un eufemismo usato nella lingua ebraica per gli omicidi mirati dei terroristi (il significato letterale è “vanificazione mirata”). Katz non sta dicendo che vuole uccidere fisicamente i rappresentanti del BDS, ma che li perseguirà in ogni altro modo possibile.
Per non essere da meno, il Ministro degli Interni Aryeh Deri ha spudoratamente mentito, sostenendo che Barghouti e gli altri attivisti del BDS siano al soldo di organizzazioni terroristiche e nazioni ostili a Israele. Ha anche dichiarato che Israele userà tutte le armi di intelligence a disposizione contro gli attivisti, trattandoli alla stregua dei terroristi. In questo contesto, e conoscendo la storia criminale di Israele per quanto attiene l’uccisione dei suoi nemici, non è difficile prevedere come andrà a finire, a meno che la comunità internazionale non faccia qualcosa per fermare questo istinto “omicida”.
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