Il 28 aprile, “Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro”, non è una ricorrenza dove parlare genericamente del tema, ma è un’occasione per evidenziare la drammatica situazione del nostro Paese. Sì, dell’Italia, perché come si muore in Italia o ci si infortuna sui luoghi di lavoro non accade in nessun altro Paese europeo.
L’Osservatorio Indipendente di Bologna registra che dall’inizio del 2016 e fino ad oggi si contano in totale 170 morti sul lavoro. Di questi 34 appartengono ai comparti delle costruzioni, circa il 30% in più dello stesso periodo del 2015. Siamo di fronte ad un’escalation impressionante, che impone una riflessione seria e un’azione immediata per riportare al centro dell’attenzione il diritto alla salute e alla sicurezza del lavoro. Sono necessari interventi straordinari in materia di sicurezza nelle cave e nei cantieri, primo fra tutti la revoca delle concessioni alle imprese che non rispettano le norme di sicurezza, e pesanti penalizzazioni per le aziende che non presentino comprovate capacità economiche, professionali e siano in grado di garantire la massima sicurezza nei posti di lavoro. Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil si mobiliteranno con presidi, manifestazioni, sit in. Questa nostra comunicazione si colloca in quest’ambito, mentre i lavoratori del settore lapideo incroceranno le braccia per l’intera giornata, per ricordare gli ultimi omicidi sul lavoro, compresi i due operai morti a Carrara.
A Roma si terrà l’iniziativa principale, con un presidio e flashmob con 100 croci bianche in piazza Montecitorio, a partire dalle 15.30, alla presenza dei segretari nazionali delle categorie. Eccellenza, Il problema della sicurezza sul lavoro non è solo di carattere sindacale ma è istituzionale e sociale. Di lavoro si deve vivere, non morire. Il settore delle costruzioni paga un pesante tributo di sangue a causa delle inadempienze e delle superficialità con le quali viene organizzato il lavoro nelle aziende e nei cantieri. Occorre rendersi conto che promuovere la prevenzione e la formazione non basta se contemporaneamente non si intensifica la lotta all’irregolarità e all’elusione delle regole. Occorre rafforzare controlli e sanzioni, agire per rendere i luoghi di lavoro vere e proprie “case di vetro”, soprattutto i cantieri, i luoghi più esposti al rischio di incidenti gravi e gravissimi e di malattie professionali. Occorre intervenire sul sistema delle pensioni, perché non è possibile che lavorare a dieci metri di altezza o sollevare quintali di materiale ogni giorno al freddo o sotto il sole non sia considerato un lavoro usurante. Questi lavoratori debbono andare in pensione prima, senza penalizzazioni.
La sicurezza deve iniziare dalla qualità e regolarità delle imprese, dal rispetto del lavoro, quindi dei contratti, e dal rispetto delle norme di sicurezza, ancora troppo spesso considerati costi da comprimere. L’unica cosa che occorre comprimere è l’irregolarità delle imprese. Oggi, ancora una volta, chiediamo al governo, attraverso questa Spettabile Prefettura, di assumere il tema come priorità.
Silvio Amicucci, Fillea Cgil Lucia Girinelli, Filca Cisl Gianni Panza, Feneal Uil
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