La tendenza è in atto da tempo, ma i numeri oggi sembrano confermarlo. Cresce il numero dei giovani che tornano all’agricoltura. Tenuti ai margini del mercato del lavoro, in difficoltà a tenere il passo del mercato se titolari di imprese di settori diversi (per non parlare delle costruzioni, dove l’emorragia non si ferma), i ragazzi riscoprono la campagna, con una crescita delle imprese giovanili in questo settore del 9,6%. Per il resto, dati aggiornati a marzo, si assiste ad un calo delle aziende aperte da under 35: gli effetti della passata crisi economica e della restrizione del credito continuano a pesare. In un anno si sono perse 1.068 imprese, con una lieve decelerazione della tendenza negativa (-3,4%), che, invece, appare molto più contenuta per le altre imprese, diminuite dello 0,3%.
La riduzione è da attribuire principalmente alla flessione delle ditte individuali (-876 unità, -3,6%), più contenuta che in passato, che sono prese tra effetti della congiuntura e indisponibilità del credito, ma il calo delle società di persone è molto più intenso (-10,6%, pari a 276 unità). Queste risentono dell’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, di cui si avvantaggiano le società di capitale, che però rallentano sensibilmente la loro forte crescita (+128 unità, +3,3%). Negli ultimi cinque anni, il rilievo delle società di capitale è aumentato di 4 punti percentuali, quello delle cooperative e consorzi è rimasto sostanzialmente invariato, mentre il peso delle ditte individuali si è ridotto di 1,3 punti percentuali e quello delle società di persone di 2,9 punti. La riduzione delle imprese giovanili è sempre determinata soprattutto dal pesante crollo delle costruzioni (-886 unità, -11,2%), un settore in continua grande difficoltà, a cui si aggiunge l’accelerazione della caduta delle attività nell’industria (-171 unità, -7,0%). È in contenuta flessione l’insieme del settore dei servizi (-1,0%), con tendenze contrapposte al suo interno. Si riducono le imprese del commercio, quelle dei servizi di informazione e comunicazione, quelle del trasporto e magazzinaggio e delle attività immobiliari.
Di contro, crescono invece quelle dei servizi di alloggio e ristorazione, assecondando la tendenza alla crescita del turismo di carattere enogastronomico. Prende più corpo anche il settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, 178 imprese in più pari al +9,6%, che ha dato il maggiore contributo positivo allo sviluppo dell’imprenditoria giovanile. Negli ultimi cinque anni, il ruolo dominante dei servizi si è consolidato ulteriormente e la quota delle imprese attive nel settore è lievitata di ben 8,9 punti percentuali. Al contrario le imprese dell’industria in senso stretto hanno ridotto il loro peso di un decimo (-0,8 punti percentuali), il rilievo delle imprese delle costruzioni si è assottigliato di oltre un quarto (-8,4 punti percentuali). (Dire)
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