Amnesty International ha chiesto al Consiglio di sicurezza di imporre sanzioni mirate nei confronti di tutti coloro che colpiscono ospedali e compiono altri crimini di guerra e contro l’umanità in Siria. Queste azioni violano la risoluzione 2254 che chiede la fine degli attacchi contro la popolazione civile e gli obiettivi civili, comprese le strutture sanitarie.
L’organizzazione ha raccolto terrificanti testimonianze sulla morte di centinaia di civili, bambini compresi, a seguito dell’intensificarsi dei bombardamenti aerei da parte delle forze governative siriane, a partire dal 21 aprile.
Medici e attivisti di Aleppo hanno confermato che l’ospedale al-Quds, sostenuto da Medici senza frontiere e attaccato il 27 aprile, era una struttura ampiamente conosciuta e chiaramente identificabile e si trovava a oltre un chilometro di distanza dalla più vicina installazione militare. L’attacco ha causato 27 morti tra medici, altro personale sanitario e pazienti.
Il 29 aprile un missile ha colpito un ospedale da campo ad al-Maeji, un quartiere di Aleppo controllato dall’opposizione. Il centro era chiuso e nessuno è rimasto ferito.
Il 3 maggio è stata la volta dell’ospedale al-Dabeet, situato nella zona di al-Mohafaza controllata dalle forze governative. Un missile è esploso all’esterno della struttura distruggendo il pronto soccorso, uccidendo quattro donne e ferendo numerose altre persone.
Quest’ultimo attacco è stato attribuito da fonti locali all’opposizione armata. In precedenza, Amnesty International aveva documentato come le forze russe e siriane avessero portato avanti una strategia bellica basata su attacchi sistematici contro gli ospedali nelle aree di Aleppo e dintorni controllate dall’opposizione.
Secondo l’ufficio di medicina legale che si trova nella parte di Aleppo controllata dall’opposizione, tra il 21 e il 30 aprile negli attacchi aerei sono stati uccisi 193 civili, tra cui 40 bambini mentre i feriti sono stati almeno 398.
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