Domingo Salvador ZAINO. Ancora oggi in Argentina è ricordato come uno dei più grandi pittori. Era nato il 19 settembre del 1858 a Popoli (in provincia di Pescara, ma fino al 1927 era provincia dell’Aquila) da Giuseppe e Anna Tarquinio. Sin dall’infanzia il piccolo Domenico Salvatore mostrava di avere una innata e straordinaria capacità nel disegno e successivamente nella pittura. Disegnava di tutto ed eccelleva nella ritrattistica. Il giorno del mercato erano in molti, anche forestieri, a chiedere di essere ritratti da lui. Fu un sacerdote del paese, vista la impossibilità economica dei genitori, a favorirlo nella possibilità di studiare l’arte per la quale era portato. Nel 1868 va a Genova, ospite di un Seminario, per studiare e successivamente ha l’opportunità di frequentare l’Accademia di Belle Arti.
Nel 1875 con le conoscenze acquisite, si reca a Roma per lavorare in vari laboratori ed entra in contatto con ambienti frequentati da artisti del calibro di Antonio Mancini, Teofilo Patini e Francesco Paolo Michetti. Questa esperienza gli fa apprendere, tra l’altro, le tecniche di decorazione murale a qual tempo molto usate. Successivamente si trasferisce a Napoli e nel 1887 per breve tempo torna a Roma. A questo punto decide di varcare l’oceano per andare in Argentina, dove arriva nel 1889. Qui è ospite di un altro abruzzese, proprietario di una prestigiosa sartoria a Rosario. Conosce e sposa Erminia Traversa (1879 – 1942). Una loro nipote, Ana, sposerà il pittore Alfredo Lazzari.
In Argentina Domingo Salvador Zaino (ora è questo il suo nome) all’inizio, per sbarcare il lunario, si dedica alla decorazione e alla pittura murale nelle case, nei circoli, nei teatri e nelle chiese. Ma una volta raggiunta una certa solidità economica inizia a dipingere quadri e grazie all’aiuto dell’amico sarto apre una sua propria piccola galleria. Iniziano ad arrivare giudizi sempre più positivi da vari critici (“Sa dipingere ogni cosa della realtà nella quale vive … fiume, la “pampas”, città in crescita e ricca o i quartieri più umili … il tutto con pennellata densa e vigorosa accompagnata sempre da una luce notevole.”) e di pari passo cresce la sua popolarità nella popolazione.
Tieni diverse, riuscitissime, mostre personali. Nel 1891 ne organizza una in condivisione con un altro pittore di origini italiane, Vicente Rafael Barone. Nel 1900 l’Accademia di Belle Arti di Rosario gli chiede di assumere la cattedra di disegno presso la prestigiosa Scuola Nazionale degli Insegnanti (Escuela Nacional de Profesores de Rosario). Qui rimarrà in carica per 30 anni. Intanto ora si dedica anche a grandi dipinti ad olio con nudi femminili ma mostra una straordinaria abilità nella ritrattistica e i suoi soggetti preferiti sono lavoratori, emarginati e sfruttati: insomma compare una forte volontà di affrontare i temi sociali.
Intanto apre una sua Accademia di Belle Arti Rosarina (Academia Rosarina de Bellas Artes) e tiene corsi di pittura e di disegno con la denominazione Academia Estìmulo de Bellas Artes de Dibujo y Arquitectura. Alla sua scuola si formeranno numerosi pittori tra i quali: Augusto Olivè, Marina Angèlica Junquet e Margarita Casey. Nel 1914 la sua Accademia viene riconosciuta con delibera ufficiale da parte del Ministero della Pubblica Istruzione. Non va dimenticato che simultaneamente alla pittura si dilettava, con pregevoli risultati, nella scultura e grafica.
Domingo Salvador Zino muore il 17 maggio 1942 nella sua casa di Alberti (Buenos Aires) sulle splendide rive del Paranà. E’ sepolto nel cimitero di Granadero Baigorria. La moglie, il 21 giugno, 1942 – poco dopo la morte dell’artista – scrisse “… il suo nome completo era Salvador Domingo Zaino, era nato nella provincia di Popoli di Aquila (Abruzzo) il 19 settembre. Sappiamo che i suoi genitori erano Giuseppe e Anna Tarquinio, famiglia di poca fortuna e condizioni umili che al momento della loro morte non lasciarono altri parenti o prossimi discendenti”. Gli studenti della Renom Galeria de Arte quello stesso 1942, organizzarono una mostra postuma delle sue opere. Come testimonial intervenne il grande pittore argentino Cèsar Caggiano che definì così Zaino: “un grande pittore, un grande maestro sempre sostenuto da armonia inimitabile ed equilibrata. Il principe dei nostri Macchiaioli”. L’anno successivo la cosa venne ripetuta nella prestigiosa Galerìa Whitcomb di Buenos Aires. Molte delle sue opere sono custodite in vari Musei ed in particolare presso il Museo Juan B. Castagnino di Rosario. Tra le più note: “La ribera”, “Camino Al Bajo” e “Desde La Terraza”.
Geremia Mancini – Presidente onorario “Ambasciatori della fame”
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