Sara’ inaugurato sabato 21 maggio, alle ore 9.30, nell’Aula Magna del Campus universitario Aurelio Saliceti il “Laboratorio Giustizia Teramo”, un’idea dell’Universita’ di Teramo, della Procura della Repubblica presso il tribunale di Teramo, della Scuola Superiore della Magistratura – Struttura didattica territoriale dell’Aquila e del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Teramo. Il convegno inaugurale e’ il primo di una serie di incontri nei quali verranno resi pubblici e discussi i risultati del lavoro dei singoli tavoli che sono stati attivati in questi mesi.
Il “Laboratorio Giustizia Teramo” e’ nato infatti per tentare un confronto tra mondo universitario, giudiziario, avvocati ed esperti del diritto, con una formula innovativa che prevede la trattazione di temi di comune interesse in tavoli di lavoro misti, alla cui base si pone la ricerca degli specializzandi della Facolta’ di Giurisprudenza dell’Universita’ di Teramo. La giornata si aprira’ con i saluti del rettore Luciano D’Amico, del presidente della Corte d’ Appello dell’Aquila Fabrizia Francabandera, del presidente del Tribunale di Teramo Giovanni Spinosa e del sindaco di Teramo Maurizio Brucchi. A introdurre l’iniziativa saranno il procuratore generale dell’Aquila Pietro Mennini, il preside della Facolta’ di Giurisprudenza di Teramo Floriana Cursi, il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Teramo Guerino Ambrosini, la dottoranda di ricerca dell’Ateneo Federica Girinelli e il sostituto procuratore della Repubblica di Teramo Laura Colica. Seguira’ la tavola rotonda dal titolo ‘Innoviamo insieme la Giustizia: Scienza dell’Organizzazione, Dirigenza, Prassi Virtuose, Carichi Sostenibili, Informatizzazione’ moderata da Antonio Guerriero, procuratore della Repubblica di Teramo.
Parteciperanno: Francesco Cananzi, presidente della VII Commissione del CSM; Paola Balducci, componente della VII Commissione del CSM; Luciano D’Alfonso, presidente della Regione Abruzzo; Domenico Di Sabatino, presidente della Provincia Teramo; Giancarlo Vecchi, del Politecnico di Milano; Alberto Zito, della Facolta’ Giurisprudenza di Teramo; Franco Roberti, procuratore nazionale Antimafia; Isabella Maria Allieri, della Scuola della Magistratura; Luigi Catelli, presidente di sezione della Corte d’ Appello di L’Aquila; Giansaverio Cappa, presidente di sezione del Tribunale di Teramo; Federica Chiavaroli, sottosegretario del ministero della Giustizia. Concludera’ Giovanni Legnini, vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura.
Al centro del primo incontro del “Laboratorio Giustizia Teramo” ci sara’ il processo rinnovatore e le principali prospettive di riforma nell’ambito della giustizia. “Le norme del processo – si legge in una nota di presentazione – hanno costituito per secoli il punto di riferimento del mondo della giustizia: ora, accanto a esse, e’ nata un’altra stella polare costituita dalla centralita’ della cultura organizzativa costituzionalmente orientata che deve pervadere ogni aspetto della vita giudiziaria e su cui occorre costruire l’architettura complessiva dell’ufficio e far ruotare tutte le risorse disponibili per il raggiungimento dei migliori risultati possibili”.
“Le ragioni di questo profondo cambiamento culturale nascono dalla consapevolezza che tra i fattori che pesano in modo negativo sullo sviluppo del Paese – oltre alla criminalita’, alla corruzione e all’evasione – v’e’ il costo rilevante della burocrazia e di una giustizia inefficienti. E’ stato opportunamente osservato come ‘giustizia, fisco e burocrazia sono le tre grandi priorita’ per far ripartire l’Italia’. Tempi eccessivamente lunghi della giustizia, carenza di risorse, di adeguate competenze organizzative e di coordinamento negli uffici giudiziari, mancanza di criteri di valutazione trasparenti e condivisi, insufficiente numero di pratiche condivise e di reingegnerizzazione dei processi finiscono per far annegare i diritti dei cittadini. Cosi’ facendo, l’intero sistema giudiziario perde di effettivita’ e di credibilita’, aspetto ribadito anche dal Presidente della Repubblica come espressione di un nuovo impegno civile e di una rinnovata etica pubblica. Si tratta di sfida non piu’ rinviabile e cruciale per il futuro non solo della giustizia nel nostro Paese ma dell’intero sistema democratico”.
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