La moda del senza glutine, per la quale si e` addirittura arrivati a coniare il termine ‘glutenfobia’, puo` portare a mancate diagnosi o a ritardi nelle stesse. Da recenti indagini sui consumatori risulta che 1 italiano su 10 ritiene che la dieta gluten free sia piu` salutare e che 3 su 10 pensano che faccia dimagrire. False credenze smentite da gastroenterologi e nutrizionisti, queste, che possono portare a conseguenze negative per la salute.
Chi si mette a dieta senza glutine e senza una diagnosi precisa, infatti, rischia di vanificare la possibilita` di scoprire se la celiachia sia la vera causa dei suoi malesseri. È quanto emerso oggi a Roma in occasione del convegno ‘Allergie, intolleranze e celiachia: tra verità scientifiche e falsi miti’, organizzato dall’Aic (Associazione italiana Celiachia) e dal Siste (Società italiana di scienza applicate alle piante officinali e ai prodotti per la salute), in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità, che si è svolto presso l’Iss.
“Il termine di intolleranza al glutine- ha spiegato Marco Silano, direttore del dipartimento di Sanità Pubblica, Veterinaria e Sicurezza Alimentare dell’Iss- una volta veniva utilizzato come sinonimo di celiachia, oggi si preferisce non utilizzarlo perché c’è il rischio di confonderlo con la moda secondo cui il glutine andrebbe tolto dalla dieta perché fa male alla popolazione in generale, anche a chi non è celiaco. In realtà questo è assolutamente un falso mito, perché il glutine va escluso solo dall’alimentazione di chi è celiaco; per chi non lo è, oppure non ha allergia IgE mediata al grano, non c’è nessun motivo di escludere il glutine dalla dieta”. Di questa limitazione, ha spiegato ancora l’esperto, non c’è “affatto bisogno, anche perché la dieta senza glutine limita la qualità di vita soprattutto nei rapporti sociali, dove c’è il problema di non poter mangiare quello che mangiano gli altri quando si va a pranzo o a cena insieme”.
Ma quante sono le persone che hanno iniziato a seguire una dieta gluten free senza che ce ne fosse bisogno? “Ci sono stime che arrivano a parlare addirittura di un 5% della popolazione generale- ha risposto Silano ai giornalisti- che ha iniziato a seguire una dieta senza glutine, mentre un 10% ha pensato di togliere il glutine dalla sua alimentazione”. La dieta senza glutine, dal punto di vista nutrizionale, attualmente non ha grossi deficit ma solo “due grossi problemi- ha aggiunto l’esperto- il primo è che il frumento viene sostituito dal mais, un cereale che ha un indice glicemico peggiore rispetto al frumento; il secondo è che gli amidacei, un’altra base per la dieta senza glutine, come per esempio le patate, andrebbero limitate– ha concluso- perché hanno una componente amidacidea molto importante”. (Dire)
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