In Italia siamo di meno e sempre piu’ vecchi. Le nascite sono al minimo storico dall’Unita’ e se ancora “resistiamo”, e’ grazie soprattutto agli immigrati. Questo in sintesi, il quadro che emerge dal Rapporto Annuale 2016 dell’Istat sulla Situazione del Paese, per quanto riguarda le trasformazioni demografiche avvenute in Italia. Al 1° gennaio 2016 la stima e’ di 60,7 milioni di residenti (-139 mila sull’anno precedente) mentre gli over64 sono 161,1 ogni 100 giovani con meno di 15 anni. Il nostro Paese e’ tra i piu’ invecchiati al mondo, insieme a Giappone (indice di vecchiaia pari a 204,9 nel 2015) e Germania (159,9 nel 2015). Le nascite hanno toccato un nuovo minimo storico dall’Unita’ d’Italia: nel 2015 sono state 488 mila, 15mila in meno rispetto al 2014. Per il quinto anno consecutivo diminuisce la fecondita’, solo 1,35 i figli per donna.
I decessi hanno invece raggiunto le 653 mila unita’, 54 mila in piu’ dell’anno precedente (+9,1%). Novant’anni fa, la dinamica naturale (cioe’ il saldo fra nati e morti) era il traino per la crescita demografica del Paese. Tra il 1926 e il 1952 i residenti in Italia passarono da 39 a 47,5 milioni, grazie alla forte riduzione della mortalita’ e alla natalita’ ancora molto elevata. La vita media aumento’ infatti di circa 15 anni: da 52,1 a 67,9 anni per le donne e da 49,3 a 63,9 per gli uomini.
Il picco piu’ alto delle nascite arriva nel 1964 quando superano il milione: il baby boom fa crescere il numero medio di figli per donna dai circa 2,3 dei primi anni Cinquanta fino ai 2,70 del 1964. Dalla meta’ degli anni ’70 la capacita’ di crescita demografica del Paese si attenua molto, tanto che al censimento del 2001 l’ammontare dei residenti in Italia e’ poco al di sotto dei 57 milioni rispetto ai 56,5 milioni del 1981. Dagli anni 2000 la popolazione cresce in modo piu’ sostenuto ma solo grazie ai flussi migratori dall’estero che si fanno sempre piu’ consistenti. Al primo gennaio 2016 i cittadini italiani residenti sono 55,6 milioni, i cittadini stranieri 5,54 milioni (8,3% della popolazione totale).
La crescente presenza di ragazzi stranieri immigrati o nati in Italia ha quindi mitigato la portata del “degiovanimento”, ossia la progressiva erosione dei contingenti delle nuove generazioni dovuta al calo delle nascite. Dal 1993 al 2014 in Italia sono nati quasi 971 mila bambini stranieri, con un trend di crescita che si e’ invertito solo negli ultimi due anni. Per stimare la consistenza nel 2015 dei ragazzi con un background migratorio occorre sommare ai nati in Italia – che sono il 72,7% degli stranieri sotto i 18 anni – i minori giunti insieme ai genitori o per ricongiungimento familiare. Nel complesso si arriva a un milione, ma questa cifra e’ al netto di quanti nel frattempo sono diventati cittadini italiani.
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