Nonostante milioni di cittadini europei abbiano espresso la loro contrarietà all’ISDStradizionale nel TTIP, così come alla proposta europea di riformarlo in una ICS (Investment Court System), cinque governi europei stanno spingendo questo meccanismo all’interno dell’Europa stessa ad insaputa dei cittadini europei. In un documento secretato, visto dalla Campagna Stop TTIP Italia e datato 7 aprile 2016, i rappresentanti di Austria, Francia, Finlandia, Germania e Paesi Bassi hanno proposto al Comitato per la politica commerciale del Consiglio dell’Unione europea di creare un grande accordo multilaterale tra Stati membri che contenga la pericolosa clausola di protezione degli investimenti.
Il meccanismo estenderebbe a tutte le imprese degli Stati membri la possibilità utilizzare corti di arbitrato internazionale viziate da macroscopici conflitti di interessi, per fare causa ai Governi che minacciano i loro profitti tramite nuove legislazioni.
Per questo la Campagna STOP TTIP Italia lancia per il 20 maggio alle ore 12 un tweet storm:
hashtags: #NOISDS #StopTTIP #StopCETA #matteorispondi
indirizzi da aggiungere ai tweet: @StopTTIP_Italia @matteorenzi
Esempi:
#NOISDS #StopTTIP #StopCETA @matteorenzi informate i cittadini http://bit.ly/1rVXsVS #matteorispondi
I cittadini europei chiedono #StopTTIP #NOISDS #StopCETA @StopTTIP_Italia @matteorenzihttp://bit.ly/1rVXsVS #matteorispondi
più di 4M di firme #StopTTIP raccolte vogliamo #NOISDS #StopCETA @StopTTIP_Italia @matteorenzihttp://bit.ly/1rVXsVS #matteorispondi
«All’insaputa dei cittadini, queste nazioni stanno cercando di mettere in piedi una sorta di TTIP intraeuropeo – dichiara Monica Di Sisto, portavoce della Campagna Stop TTIP Italia – Un accordo benedetto da BusinessEurope, la grande lobby dell’industria comunitaria, come si può notare dalla lettera diffusa dove i contatti tra la proposta governativa e quella della lobby imprenditoriale sono evidenti. Se l’ISDS-ICS fosse istituzionalizzato nell’Unione europea, le imprese private godrebbero di vantaggi indebiti nei confronti delle autorità pubbliche, a tutto svantaggio dei cittadini. Chiediamo al Ministro Calenda e al Presidente del Consiglio Renzi che chiariscano la posizione italiana, esprimendo la loro contrarietà ad accordi così torbidi. Il 20 maggio chiediamo loro: davvero pensate che TTIP, TISA e questi super-tribunali non aggraveranno questa assurda crisi dalla quale non riescono a tirarci fuori?».
La proposta segreta dei cinque Governi serve mettere a ordine agli investimenti siglati tra governi europei nello scorso trentennio. Ma la toppa rischia di essere peggiore del buco. Basterebbe pensare che gli investitori che che hanno avuto accesso agli arbitrati come l’ISDS ne hanno fatto ricorso per più di cento volte. Anche l’Italia è stata denunciata con richiesta di compensazione economica sotto l’accordo di liberalizzazione dell’energia. Per continuare a garantire alle imprese questo privilegio, Austria, Francia, Finlandia, Germania e Paesi Bassi sotto la pressione di Business Europe e in modo non pubblico hanno pensato di chiudere gli accordi esistenti per rimpiazzarli con uno nuovo e più grande, esteso a tutta l’Unione europea, che contenga il temibile meccanismo, nella versione ideata dalla proposta di riforma della Commissione europea.
«È inaccettabile che l’ISDS, rigettato insieme al TTIP da milioni di cittadini, e la nuova proposta di Corte internazionale, fortemente criticata dalla società civile e da parte dell’accademia, vengano applicati a tutti gli investimenti interni all’Unione senza una consultazione pubblica – dichiara Elena Mazzoni, tra i coordinatori della Campagna Stop TTIP Italia – Il governo italiano chiarisca in Parlamento la sua posizione rispetto a questo paventato nuovo accordo multilaterale e spieghi perché mai dovrebbero contenere un meccanismo deleterio per la democrazia».
«Ancora una volta le burocrazie europee e i decisori politici pensano di chiudere accordi all’insaputa dei cittadini e delle cittadine – dichiara Marco Bersani, tra i coordinatori della Campagna Stop TTIP Italia – la recente manifestazione del 7 maggio a Roma, come quelle di Hannover in aprile e di Berlino lo scorso anno dimostrano che è venuto il momento di dismettere queste politiche di basso cabotaggio, ristabilendo il principio sostanziale della democrazia: la trasparenza».
Lascia un commento