Gli stranieri riempiono le vie della moda, ma lo shopping degli italiani va ancora a rilento. Il dato emerge dal Fashion & High Street Report 2015 realizzato da Federazione Moda Italia-Confcommercio con World Capital Group, in collaborazione con Osservatorio Acquisti CartaSi e Global Blue, secono cui le difficolta’ del mercato interno sono state in parte controbilanciate dallo shopping degli stranieri che nel 2015 ha registrato un incremento delle vendite del 16% per i prodotti di moda, abbigliamento, calzature, pelletteria ed accessori). Lo shopping straniero, in Italia, parla prevalentemente cinese (33% sul totale) e russo (12%) e provengono tutti dal Sud-Est asiatico i top spender per spesa media: Hong Kong (1.191 euro), Thailandia (1.151 euro), Singapore (901 euro).
Lo shopping dei russi ha subito pero’ nel 2015 un importante stop, causato principalmente dalla crisi con l’Ucraina e dal deprezzamento del rublo, che ha fatto crollare del 41% gli acquisti rispetto al 2014. Un calo compensato, tuttavia, dall’incremento del 56% degli acquisti dei turisti cinesi.
Dal monitoraggio di Federazione Moda Italia sull’andamento delle vendite emerge una sostanziale stabilita’ dei fatturati rispetto al 2014 (-0,06%). Dato che vede una possibile convergenza con quanto rilevato dall’Osservatorio Acquisti CartaSi per Federazione Moda Italia che riscontra un incremento del 3,7% delle spese effettuate dagli italiani con carte di credito nei negozi di abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori, tessile per la casa ed articoli sportivi, pari ad una spesa di oltre 10,5 miliardi di euro. Oltre agli accessori moda che hanno avuto un incremento del 5,7% rispetto al dato gia’ positivo del 2014, si vede un segno piu’ anche per l’abbigliamento (+4,3%) e per gli articoli sportivi (+0,4%). In calo le calzature (-2,8%) e la pellicceria (-18%). Pelletteria e valigeria registrano valori positivi, ma per effetto di variabili esogene non sono confrontabili. Quanto alle Regioni, le performance migliori interessano Trentino (+7,9%), Veneto (+5,6%), Lombardia (5,1%), Friuli Venezia Giulia (+4,9%), Sicilia (+4,7%), Liguria (+4,4%), Marche (4,1%), Piemonte e Valle d’Aosta (+3,4%), Umbria (+3,4%), Toscana (2,7%), Lazio (2,4%), Emilia Romagna (2,4%), Campania (2,3%), Abruzzo e Molise (+1%), Puglia (+1%). Basilicata e Calabria registrano invece un dato leggermente negativo (-0,3%), mentre in forte in difficolta’ e’ la Sardegna con un calo dell’8,5%.
Milano si conferma la meta preferita per lo shopping tax free (34% sul totale delle vendite in Italia a stranieri extra Ue), registrando nel 2015 un incremento del 17%. Al secondo posto Roma (18% sul totale delle vendite) con un aumento piu’ modesto (10%) rispetto a Firenze e Venezia che registrano entrambe incrementi del 27% rispetto al 2014.
Per quanto riguarda i canoni di locazione, Milano e Roma continuano a rappresentare le mete piu’ ricercate nel retail high-street, con canoni medi in aumento del 17% nel capoluogo lombardo in Via Montenapoleone, che passa da 5.750 a 6.700 euro/mq/anno, e un balzo del 25% nella capitale in Via Borgognona che sale da 2.000 a 2.500 euro/mq/anno e in Via Frattina che cresce da 1.400 a 1.750 euro/mq/anno. Anche Bologna e Genova beneficiano del periodo favorevole del mercato, specialmente Via dell’Archiginnasio nel capoluogo emiliano, che mostra un incremento del 13% rispetto allo stesso periodo nel 2015, passando da una media di 470 a 530 euro/mq/anno. Genova registra invece un incremento massimo del 12% in Via Luccoli, con un incremento da 610 a 690 euro/mq/anno. A Venezia il picco dell’aumento raggiunge il 35% in via di Calle Vallaresso, da 1.470 a 1.980 euro/mq/anno, e in Via Frezzeria, da 1.650 a 2.250 euro/mq/anno.
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