“Oggi si sta di nuovo verificando un sopruso nei confronti di un gruppo di disabili psico-fisici della nostra regione. Mi riferisco ai dodici pazienti dell’ex Maristella che stanno trasferendo per l’ennesima volta come pacchi postali privi di legami e di affetti da Palena, in cui sono ben integrati grazie ad un ambiente favorevole e dove erano stati gia’ spostati circa due anni fa, nell’Ospedale Guardiagrele”. A prendere posizione e’ Giuseppe Spadavecchia, presidente di “Radix Unica”, associazione onlus di Chieti per i diritti degli ultimi.
“Scandaloso – srive in una nota Spadavecchia – e’ rilevare ancora una volta come la nostra classe politica non ha una programmazione socio sanitaria almeno per i disabili e tampona di volta in volta le emergenze che si presentano. Come cittadini ci chiediamo come e’ possibile prima emanare ben quattro decreti commissariali (e precisamente i decreti 52 e 67 del 2012, cosiddetti decreti programmatori e n. 43 e 51 del 2013) dell’allora presidente della Regione Chiodi, in qualita’ di Commissario ad acta, per consentire il trasferimento dei disabili da Villa Pini di Chieti al Medical Center di proprieta’ del gruppo Cise in Palena e dopo appena due anni la struttura, benche’ autorizzata, dimette i disabili per beghe con la Asl di Chieti. Da qui nasce l’urgenza di trovare un’alternativa e dopo sballottamenti tra Casoli e Guardiagrele si decide per l’ospedale di quest’ultimo. Praticamente stiamo assistendo inermi ad una nuova ospedalizzazione dei pazienti diversamente abili. Inoltre noi non siamo affatto convinti che la struttura di Guardiagrele sia a norma secondo la legge 32 ed abbia il personale specializzato per i disabili. Vogliamo ricordare – prosegue il presidente di Radix Unica – che sono anni che combattiamo per questi ragazzi e ci sembra giusto a questo punto pretendere come minimo la messa a norma, nel piu’ breve tempo possibile, sia della struttura che del personale.
Come associazione non abbiamo intenzione di tacere ma continueremo a denunciare tutti i soprusi e la inadeguatezza di questa classe politica e della Asl che sono deputati a programmare, legiferare e controllare perche’ qui ci va di mezzo la vita, gli affetti e i diritti di chi non ha voce. In conclusione volevo aggiungere a proposito dei ‘diritti negati’ che in merito a questa faccenda nel mese di marzo ho scritto ben due lettere al presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, all’assessore alla Sanita’ Silvio Paolucci, all’assessore alle politiche sociali Marinella Sclocco e al direttore generale della Asl di Chieti, chiedendo informazioni sulla spinosa faccenda che si andava delineando all’orizzonte. Naturalmente nessuno ha risposto. Due settimane fa, gli stessi politici con altri assessori e persone di cultura – conclude la nota di Spadavecchia – erano presenti ad un interessante convegno proprio sui ‘diritti negati’ al museo Colonna di Pescara, solo che in quella riunione i diritti negati riguardavano persone ‘votanti’ mentre i ragazzi istituzionalizzati non votano e quindi non degni di attenzione”.
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