Un maggiore impegno di tutte le istituzioni sul territorio per prevenire al meglio forme di disturbo evolutivo in modo da non provocare sconvolgimenti all’interno dei nuclei familiari. È il senso del progetto “La scuola Inclusiva” avviato dallo psicologo Franco Criscuolo in collaborazione con la Regione Abruzzo. Stamane a Pescara presentati i risultati alla presenza dell’assessore alle Politiche sociali Marinella Sclocco.
Trecento i bambini in età evolutiva che sono stati esaminati su tutto il territorio regionale. “I dati confermano – ha detto l’assessore Sclocco – che dobbiamo mantenere sempre alta l’attenzione. Il progetto Scuola Inclusiva mira proprio a questo: creare le condizioni migliori per prevenire la diverse forme di disturbo evolutivo, ma anche evitare che sul mondo della scuola si riversino responsabilità ulteriori legate a possibili ritardi che si potrebbero verificare in fase di certificazione dei disturbi. Lo studio, inoltre, vuole dare alla scuola e dunque ai docenti gli strumenti necessari per capire come e quando intervenire di fronte a determinati atteggiamenti dei bambini. L’obiettivi è migliorare la vita dei più piccoli ma anche delle famiglie direttamente coinvolte”.
Tra le diverse forme di disturbo evolutivo, tra i trecento bambini della scuola dell’Infanzia esaminati, figurano il disturbo del linguaggio e il disturbo affettivo con percentuali vicine al 10%, di poco superiore la percentuale dei bambini con instabilità psicomotoria che comprende la capacità del bambino di regolare le proprie competenze, come l’autocontrollo o la capacità di regolare il tono di voce o le reazioni. “I dati dicono inoltre – spiega Franco Criscuolo – che i bambini con ritardo evolutivo sono una piccola percentuale comunque superiore a quei bambini considerati iperattivi. Dobbiamo lavorare – prosegue Criscuolo – ai processi di maturazione che interessano i più piccoli; le famiglie devono concentrarsi a valorizzare maggiormente i processi di maturazione perché solo in questo modo si riesce a cancellare l’instabilità che segna alcuni comportamenti del bambino”. Dei trecento bambini esaminati la metà presenta linee evolutive buone e ben integrate all’adattamento.
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