Sul tema della gestazione per altri la complessità della modernità e la fluidità del contesto sociale ci obbligano a non semplificare e ci spingono ad interrogarci sui mutamenti affettivi e intimi che le donne e gli uomini vivono in questa contemporaneità.
L’errore sarebbe quello di entrare nella contrapposizione tra proibizionismo e libertà contrattuale. Un approccio proibizionista rischia di condurci lontano dall’idea di infrastruttura sociale e di politiche pubbliche propria della crescita reale della nostra Repubblica, avvicinandoci invece all’impostazione più conservatrice, ove domina uno squilibrio nei rapporti di forza nelle relazioni interpersonali e affettive, centrate sul rispetto e non sul riconoscimento.
Medesimo rischio anche per le posizioni che liberalizzano la pratica, annullando del tutto l’apporto soggettivo nella costruzione della relazione.
C’è un mutamento sociale e umano dei rapporti di filiazione, della genitorialità e più in generale della vita familiare non più basati sulla coincidenza tra dato biologico, genetico, sociale e su un presunto unico modello “naturale” di famiglia, ma fondati sulla qualità delle relazioni.
Tale cambiamento sociale è già stato riconosciuto giuridicamente, ma deve esserlo pienamente, nella priorità di assicurare gli stessi diritti ai figli e alle figlie a prescindere da come sono venuti al mondo. Si tratta di introdurre un principio di “diritto minimo”, un diritto non scisso dalla vita reale e legato alla soggettività e al valore del legame.
Di questo diritto e di come possa essere riconosciuto dalla legge ne discutono insieme all’On. Giovanna Martelli:
Ines Corti (professore associato di Istituzioni di diritto privato dell’Università di Macerata)
Giovanni Maria Flick (professore emerito di diritto penale presso la Luiss e presidente emerito della Corte Costituzionale)
Filomena Gallo (segretario nazionale dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica)
Chiara Lalli (filosofa, saggista e giornalista)
Marina Terragni (giornalista, scrittrice e blogger).
Modera Alessandra Di Pietro (giornalista e scrittrice)
E’ d’obbligo per gli uomini indossare giacca e cravatta.
L’accesso alla sala è consentito fino al raggiungimento della capienza massima.
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