Sugli 80 euro la platea di Confcommercio palesa qualche isolata contestazione al presidente del consiglio. Quando il premier cita la misura, dalla platea si leva qualche isolato fischio. Renzi replica a muso duro: “Che non fossero apprezzati da voi lo sapevamo da tempo,ma che fossero un atto di giustizia sociale lo rivendico con forza“, dice il presidente del consiglio.
“Io credo nella politica, fischiatemi pure se avete il coraggio”, dice Renzi. “Se vuoi un paese che crede nel futuro- dice a un isolato contestatore in platea- hai bisogno di una politica che cambi passo, che sia politica con la P maiuscola”. La platea applaude convintamente.
“LA DC, CONFCOMMERCIO E QUELLA DISCUSSIONE TRA PAPA’ E NONNO” – Dalla Confcommercio alla Democrazia Cristiana. Il presidente del consiglio Matteo Renzi interviene all’assemblea di Confcommercio e ricorda un episodio dell’infanzia, tra il politico e il familiare. “Avevo undici anni, e mio padre, segretario di circolo della Democrazia Cristiana, prima delle elezioni faceva il giro per proporre di votare i suoi candidati. Ce n’era uno che non riusciva mai a convincere: era mio nonno. Mi ricordo quante discussioni…”, dice Renzi dal palco dei commercianti. In particolare, ricorda ancora, c’era un candidato particolarmente ‘indigesto’ al nonno. “Era Valentino Giannotti, che a Firenze ricordano come una delle colonne della Confcommercio”, spiega il premier sottolineando come quella fosse un’epoca, “un mondo, che non c’e’ piu’. Quello era un mondo che ascoltava. Bisogna avere il coraggio di guardarsi negli occhi e dire che quel mondo non c’e’ piu’, ma che c’e’ un futuro pieno di sfide ed anche di opportunita’”. Ci saranno, spiega Renzi ai commercianti, “nuovi perdenti e nuovi vincenti. Ma l’obiettivo del governo e’ “di aiutarvi a vincere” ad esempio grazie “alla diffusione di reti tecnologiche all’avanguardia che possono permettere al piccolo commerciante locale di vincere, e di vendere in tutto il mondo”. In fondo, osserva il presidente del consiglio, “il commerciante e’ uno che quando va a tirare su il bandone, la saracinesca, lo fa si’ per i soldi, per il profitto. Ma anche perche’ ha un valore nel cuore che e’ l’idea, che oggi chiamano valore sociale dell’impresa, per la quale facendo il proprio pezzettino di lavoro, e magari pulendo anche il marciapiede vicino al proprio, si da’ una mano al paese. Ecco indipendentemente da chi guida protempore il paese, l’Italia riparte se restituiamo fiducia ai consumi. Se finalmente la smettiamo di lamentarci e facciamo vincere l’Italia che rischia“. (Dire)
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