“Dopo aver letto le stime del settore delle rinnovabili per l’anno 2015 non possiamo che dirci seriamente preoccupati: se i dati venissero confermati, ci troveremmo di fronte ad una incredibile contrazione della produzione che vedrebbe non solo una mancata crescita, ma addirittura un crollo percentuale a due cifre. Per l’intera campagna referendaria il Partito Democratico si è vantato dei risultati ottenuti da questo Governo: speriamo che le loro valutazioni siano attendibili, ma resta il ragionevole dubbio. Una cosa è certa: viene confermata, dati alla mano, la incostanza di fonti energetiche troppo legate a fattori esterni ed incontrollabili, che necessitano, dunque, di fonti di supporto costanti, che possono essere individuate esclusivamente nel nucleare e, purtroppo, ancora negli idrocarburi”. Sono le parole di Alfonso Fimiani, Presidente dei Circoli dell’Ambiente, che continua: “Ad oggi il notevole ritardo nella pubblicazione in Gazzetta del Decreto Rinnovabili sta mettendo in ginocchio il settore: l’incertezza regna sovrana e chi ha intenzione di investire non può far altro che scappare all’Estero, per costruire centrali in Paesi che incentivano in maniera sostenibile le imprese private. Pungolato sul punto anche all’incontro dei Giovani Imprenditori di Confindustria tenutosi la scorsa settimana a Santa Margherita Ligure, il Presidente Renzi non ha saputo far altro che lanciare slogan vuoti, privi di apprezzamento e di contenuti, fuori da una realtà italiana incapace di calarsi nel mercato globale dell’energia.
Se i numeri sono quelli che abbiamo letto in una bozza di Decreto che circola, possiamo fin d’ora calare il sipario sulla fase rinnovabile del nostro Paese: dopo aver per anni drogato il mercato con gli incentivi a solare ed eolico, oggi sono in difficoltà settori come l’idroelettrico, che ha da sempre rappresentato un’eccellenza ed un fiore all’occhiello per l’Italia e che oggi è praticamente dimenticato perché, ad esempio, mancano i provvedimenti per i bandi per le nuove concessioni o magari ci si trova di fronte ad un taglio nettissimo degli incentivi alle ristrutturazioni di centrali dismesse. Se davvero vuole far superare all’Italia il periodo fossile, questo Governo deve necessariamente cambiare marcia » conclude « e noi siamo pronti a fare la nostra parte: abbiamo scritto un’interpellanza che abbiamo sottoposto all’attenzione di Parlamentari che condividono le nostre idee ed abbiamo avviato un gruppo di lavoro che sta scrivendo un Piano Energetico Nazionale ventennale che poggerà sui tre pilatri della differenziazione delle fonti e che contiamo di presentare alla Camera dei Deputati nel mese di ottobre”.
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