L’età media dei donatori d’organi sta progressivamente aumentando e, in alcune regioni italiane, supera ormai i 70 anni. Fortunatamente il fegato è un organo dotato di estrema longevità, in grado di rigenerarsi, proliferare, sopportare stress severissimi e quindi di garantire una funzione efficiente anche in età avanzata. Il gruppo dell’unità operativa di chirurgia epatica e del trapianto di fegato dell’Aoup diretta dal professor Franco Filipponi ha recentemente pubblicato sulla rivista specializzata “Transplantation” la prima casistica mai pubblicata di trapianti di fegato utilizzando organi di donatori ultranovantenni. Non più quindi casi isolati, estremamente selezionati, ma l’estensione alla routine clinica di quella che era una pratica considerata di ‘frontiera’. L’esperienza progressivamente acquisita dal gruppo pisano ha infatti permesso di garantire risultati ottimali anche quando l’età del donatore è così avanzata. Nel corso degli ultimi 10 anni, seguendo un trend comune a tutto il mondo occidentale, la percentuale di donatori con più di 80 anni utilizzati nel Centro toscano è progressivamente aumentata,passando dal 6% a circa il 30%. Ma i risultati in termini di sopravvivenza sia dell’organo che del paziente sono rimasti gli stessi. Una recente analisi del Centro trapianti dell’ospedale Niguarda di Milano ha rivelato che se il progressivo aumento dell’età dei donatori dovesse continuare con i ritmi attuali, entro i prossimi 9 anni oltre la metà degli organi proverrà da donatori con più di 80 anni.
“I grandi progressi della medicina ci lanciano sempre nuove sfide- è il commento dell’assessore al Diritto alla Salute Stefania Saccardi-. Sfide che la sanità toscana è in grado di raccogliere. Fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile utilizzare organi di donatori molto anziani. Oggi questa è una realtà, che ci consente di rispondere con celerità sempre maggiore alle esigenze di chi è in attesa di un trapianto. Proprio pochi giorni fa con una delibera la Regione ha destinato 4 milioni proprio per ridurre i tempi di attesa per i trapianti, e tra i progetti finanziati ce n’è anche uno che riguarda i trapianti di fegato”. È recente la notizia dell’utilizzo, proprio nel centro dell’Aoup, primi in Italia, della macchina da perfusione normotermica in cui il fegato viene conservato perfettamente perfuso a 37° C prima del trapianto invece dell’usuale conservazione in ghiaccio a 0° C. Anche questa innovazione dovrebbe tradursi in un ulteriore miglioramento dei risultati, soprattutto nella gestione di organi molto anziani. (Dire)
Lascia un commento