Il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda l’ha detto chiaramente, rispondendo ad un nostro tweet sul CETA, l’accordo di libero scambio fra Unione Europea e Canada: “Il TTIP è sicuramente misto, il CETA no. UE deve avere mandato chiaro su trade altrimenti viene meno forza e credibilità”.
Cosa significa è presto detto: mentre per accordi di questo tipo si dovrebbe procedere ad uno scrutinio sui contenuti da parte dei Parlamenti Nazionali, il patto di libero commercio con il Canada sfugge, secondo il Ministro, persino al legittimo controllo da parte degli organi democraticamente eletti a livello nazionale. L’accordo con il Canada, dunque, non sarebbe misto (mixed-agreement), cioè condiviso con i Parlamenti Nazionali dei Paesi dell’Unione, ma sarebbe affidato solo al concerto fra autorità europee (EU-only) e canadesi.
Se il CETA verrà approvato senza nemmeno passare al vaglio dei Parlamenti nazionali, le multinazionali avranno quello che chiedono da tempo: un mezzo potente per aggirare gli standard europei in materia di sicurezza ambientale e alimentare.
Una delle clausole presenti nel Trattato prevede inoltre la possibilità per le aziende di citare in giudizio i Governi che prendono decisioni “lesive” dei loro interessi, rivolgendosi a speciali collegi arbitrali: praticamente una sorta di “giustizia privata” delle multinazionali!
È il momento di farci sentire contro questa decisione: domattina il Ministro Calenda parteciperà ad un’audizione parlamentare sul CETA e… noi non vogliamo restare in silenzio.
Agire ora è molto importante: il CETA è a tutti gli effetti il cavallo di troia per far arrivare il TTIP in Europa, a prescindere da tutto. Non ci credi? Pensa che circa 42.000 multinazionali americane presenti in Europa dispongono di una succursale in Canada.
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