Scontri tra membri del gruppo etnico nomade dei Fulani e combattenti ex Seleka nel nord del Paese hanno provocato 16 morti e oltre una ventina di feriti. E’ accaduto tra domenica e lunedì, così come riferiscono fonti di stampa africane. Scoppiate nella località di Kaga Bandoro, le violenze si sono poi estese verso ovest, costringendo anche alla fuga gli abitanti del luogo. Le vittime si sono registrate soprattutto dalla parte dei Fulani. Alla fine la calma è rientrata grazie all’arrivo dei caschi blu della missione Onu Minusca, che sono riusciti a disperdere i combattenti. La scorsa settimana uno scontro analogo ha provocato altre dieci vittime, e di nuovo solo l’intervento delle forze d’interposizione Onu è riuscito a ripristinare la calma.
All’origine di questi scontri il fatto che i Fulani, in questo periodo dell’anno, sono soliti portare al pascolo le proprie mandrie nel nord del Centrafrica. Questi pastori provengono da Camerun e Ciad, e giungono armati per scongiurare eventuali furti di bestiame, abbastanza frequenti. Quando ciò accade, scoppiano tafferugli che poi sfociano in violenti confronti armati, spesso motivati anche dalla volontà di vendicare i morti da ambo le parti. Infine, domenica si sono verificati altri scontri anche nella capitale Bangui ma di matrice interreligiosa, nell’ormai tristemente noto quartiere musulmano Pk-5. Tre le vittime. (Dire)
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