Sono grato al presidente Domenico Savica ed ai soci del “Circolo Ellade” di Bovalino per la decisione di conferirmi il “Premio Gino Gullace 2016 per il Giornalismo”, nell’ambito delle manifestazioni del “Premio Pericle d’Oro” che è giunto alla 31^ edizione. Orgoglioso e commosso per questo riconoscimento professionale che mi giunge dalla mia amata terra, nel segno di un emigrante negli Stati Uniti e grande giornalista calabrese del Novecento. L’orgoglio delle radici. Il ricordo degli anni giovanili. Il sogno di fare il giornalista che si è concretizzato.
Negli anni Sessanta i primi articoli come Corrispondente da Gioiosa Jonica del Corriere dello Sport e della Tribuna del Mezzogiorno. E poi il lungo cammino nel mondo della carta stampata e dell’informazione radiotelevisiva regionale e nazionale. A Cosenza Capo Redattore del Giornale di Calabria. A Pescara Capo Redattore della Sede Regionale della Rai. A Roma Capo Redattore Centrale della Tgr Rai. Le collaborazioni ai giornali regionali, nazionali e internazionali: La Stampa, Corriere della Sera, la Repubblica, America Oggi, Corriere Canadese, La Voce d’Italia di Caracas… Oltre mezzo secolo di attività giornalistica. Sempre con la stessa passione. Sempre con lo stesso amore per il mestiere più bello del mondo. Che si sceglie per amore. E come l’amore vero, non finisce mai Gino Gullace (Reggio Calabria, 1918 – Milano, 1990), originario di Ferruzzano, fu tra i primi corrispondenti italiani dagli Stati Uniti. “Trasferitosi a Rochester e poi a Manhattan agli inizi degli anni 50, – ha scritto Raffaele M. La Gamba su “America Oggi” nel giugno di due anni fa – in breve tempo divenne uno degli indiscutibili punti di riferimento dell’intelligentia italoamericana: nume tutelare, pater familias, doge, uomo- chiave e monarca della “Rizzoli Corporation” al 712 della Fifth Avenue, luogo simbolo dell’italian style, punto di incontro di giornalisti, attori, manager, di artisti e belle donne in cerca di creatività, suggerimenti, incontri nella Grande Mela. Autore di innumerevoli e indimenticabili reportage su Oggi, l’Europeo, National Geographic, diede il meglio di sé nel raccontare le storie, le conquiste, le esasperazioni, le follie e le nuove mode della società americana e della sua città più grande ed effervescente. Non furono però, propriamente le ragioni e le vicende della contemporaneità statunitense ad appassionarlo: ciò che gli interessò, ciò che fece vibrare la propria sensibilità, rimase la sua origine calabrese e “magnogreca” con l’umiltà di chi, da giovane, è dovuto emigrare con la famiglia in un altro Paese.
Quel passato, quell’ieri, di cui si riconobbe figlio, dove veramente sentì soffiare il vento della storia e la forza della natura con la quale stabilì un contatto profondissimo, emozionante, intriso di idealità, di sogno e speranza. Qualità che cercò di instillare a decine di giornalisti italiani che per oltre 30 anni si sono avvicendati a New York.” Sono commosso e onorato perché il “Pericle d’Oro” è stato assegnato nel 2005 all’indimenticabile collega del Tg2 Maria Grazia Capulli, “professionista seria, forte e determinata”. Il presidente Domenico Savica la ricorda così: “Una grande amica, che è stata più volte nostra ospite e ha presentato anche il Premio Pericle. Bella, brava e così umile. La ricordo con tanto affetto, la sua è stata una grande perdita, per tutti. Un vuoto immenso”. Aveva 55 anni. Un tumore l’ha portata via nell’ottobre dello scorso anno, dopo una lunga malattia contro la quale aveva già vinto due battaglie. Aveva lavorato fino a due giorni prima di morire. Delicata e gentile. Uno dei volti più amati del Tg2, ideatrice della rubrica «Tutto il bello che c’è». Amava la vita. Era positiva e propositiva. Amava il lavoro. Il suo primo direttore Clemente J. Mimun, ora al Tg5, la descriveva così: “Seria, molto preparata, puntigliosa nel suo lavoro ed estremamente dolce.
Durante la mia direzione la misi alla conduzione del TG2 delle ore 13, che era l’edizione più vista, anzi è l’edizione di punta del telegiornale del secondo canale. Aveva un viso perfetto per lo schermo, ma quello era solo il 10% del suo valore. Il 90% stava nella sua capacità professionale. Credo che avesse come interesse principale il lavoro e per questo motivo, quando c’era qualcosa da fare, non si tirava mai indietro.” L’ho sempre apprezzata e immensamente stimata. Un grande esempio per tutti. Soprattutto per i giovani giornalisti. E il premio che il presidente Domenico Savica e i soci del Circolo Ellade di Bovalino hanno deciso di assegnarmi, lo dedico alla memoria di Maria Grazia Capulli, ricordandola con le parole del direttore del Tg2 Marcello Masi: “Era intelligente e sensibile. Una grande amica che fino all’ultimo ha amato la vita”.
Domenico Logozzo
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