Mercoledì 22 giugno, presso l’Auditorium del Museo Revoltella di Trieste, si è aperto il XXIX Convegno Nazionale dell’AIMAS (l’Associazione di Medicina Aeronautica e Spaziale), organizzato in collaborazione con il Comune di Trieste. I congressisti sono stati accolti dai saluti del sindaco Roberto Di Piazza, che ha dato il suo benvenuto “a Trieste, città della scienza” e si è dichiarato “contento di ospitare in una città come Trieste, crocevia di tante culture, questo convegno, che è un modo per promuovere la cultura, in un periodo in cui tanti giovani laureati sono costretti ad andare fuori”.
Il Convegno si è aperto con la cerimonia di premiazione del premio scientifico “I Guidoniani”, intitolato ai giovani ufficiali dell’Aeronautica che lavorarono tra il 1935 e il 1943 presso la Direzione Superiore Studi ed esperienze di Guidonia, nel Lazio, ottenendo brillanti risultati nelle ricerche aeronautiche e gettando le fondamenta della ricerca spaziale in Italia. Per la sezione Psicologia e Biomedicina è stata premiata la dottoressa Alessia Bocchi, dottoranda presso l’Università de L’Aquila, nel Dipartimento di Medicina clinica – Sanità pubblica – Scienze della vita e dell’ambiente, con un lavoro dal titolo “L’adattamento prismatico non influenza la rievocazione di una mappa ambientale. Possibili implicazioni per gli esperti di volo”. La giovane ricercatrice lavora con la professoressa Laura Piccardi e il professor Massimiliano Palmiero dell’università abruzzese, e con la professoressa Raffaella Nori dell’Università di Bologna, e si occupa di memoria navigazionale, ossia di senso dell’orientamento, della capacità che ciascuno di noi ha di spostarsi nell’ambiente circostante. La ricerca oggetto del lavoro che ha vinto il premio si è svolta utilizzando lenti prismatiche, di solito usate per la cura di disturbi visivi, per indurre nei soggetti controllati – nessuno con esperienza di volo – distorsioni percettive. Prima di questo passaggio tutti i soggetti hanno studiato delle mappe, e l’esperimento ha voluto verificare la loro capacità di ricordarle, e quindi di orientarsi, nonostante i sopravvenuti disturbi nella percezione. Una ricerca di questo tipo può efficacemente essere utilizzata con i piloti, ed è questo il passo successivo del progetto. La dottoressa Bocchi, molto emozionata per il riconoscimento, si è definita “grata e contenta per il premio, per una ricerca nata da un’idea comune e dal dialogo con i docenti che mi seguono in dipartimento”. Per la sezione “Controllori del traffico aereo”, bandita da AIMAS in collaborazione con ANACNA (Associazione Nazionale Assistenti e Controllori Navigazione Aerea), il premio è andato al dottor Gianluca Borghini, ricercatore presso il Dipartimento di Medicina molecolare dell’Università “La Sapienza” di Roma, per un lavoro intitolato “Il controllo di automazione adattiva attraverso il carico mentale dei controllori del traffico aereo”. Le ricerche che hanno condotto il giovane ingegnere alla stesura del lavoro fanno parte di un progetto europeo, il Progetto Nina (Neurometrics Indicators for Atm), che si occupa del lavoro dei controllori di volo, e vede come partner l’Università La Sapienza, Deep Blue (società che studia l’human factor e la sicurezza nel settore trasporti), e l’ENAC francese, una delle scuole più importanti in Europa per piloti e controllori di volo. In laboratorio i ricercatori hanno sviluppato degli indici neurofisiologici per la valutazione del carico mentale e l’addestramento di studenti e controllori di volo esperti, e un’interfaccia (un radar) adattiva, che si modifica in base al livello di carico mentale del controllore di turno. Quando il carico mentale (misurato attraverso l’attività cerebrale del controllore durante la sua attività, quindi in tempo reale) risulta eccessivo, l’interfaccia si modifica per ridurlo, per evitare dunque situazioni di sovraccarico, di stress insopportabile, e quindi per scongiurare possibili errori. Soddisfazione per il successo ottenuto anche per Gianluca Borghini, che lavora anche presso l’IRCSS (Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico) – Fondazione Santa Lucia di Roma, e che da diversi anni si occupa di ricerca in questo settore.
Il premio “I Guidoniani”, giunto alla VI edizione, mette in palio ogni anno 2000 euro per il miglior lavoro originale nel campo della medicina, della psicologia o dell’ingegneria in forma di articolo scientifico che abbia come oggetto l’uomo e il volo, atmosferico o spaziale; è destinato a laureati in medicina, biologia, psicologia, ingegneria, che non abbiano superato i 35 anni. Una sezione speciale del premio è quella bandita dall’AIMAS insieme con l’ANACNA, e mette in palio sempre 2000 euro per il miglior lavoro originale che abbia come oggetto l’uomo e il controllo del traffico aereo; anche questa sezione del premio è destinata ai giovani di non più di 35 anni, ma è aperta ai laureati in tutte le discipline.
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