Il Comitato Territoriale Arci L’Aquila, ente gestore dei progetti per il Servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) del Comune di L’Aquila e di Pizzoli tiene a precisare che rispetto a quanto dichiarato ieri da Michele Malafogla, portavoce comunale di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, l’Associazione nel Bando emesso dalla Prefettura di L’Aquila a fine 2015 e’ risultata assegnataria dei soli 16 posti che erano stati richiesti da offerta progettuale.
“Progetto – scrive il Comitato Territoriale Arci in una nota – valutato con un ottimo punteggio rispetto alla qualita’ dei servizi offerti e con una offerta economica tra le piu’ basse. Precisazione importante perche’ siamo convinti che lavorando con piccoli numeri si riesce a effettuare concreti percorsi di interazione con la cittadinanza che in alcuni casi si concretizzano in percorsi di integrazione vera e propria. Ci piacerebbe sapere poi, al di la’ delle motivazioni ideologiche opinabili che vanno contro il diritto internazionale, quali sono i dati, le esperienze, le conoscenze, per cui si sentenzia”, da parte di Fdi-An, che ‘L’Aquila allo stato attuale e’ una citta’ inadatta ad accogliere i migranti a causa dello stato in cui versano le strutture ed in tessuto sociale’.
Nell’esperienza che Arci L’Aquila gestisce, dal 2011 ad oggi circa il 30 % dei ragazzi che sono stati ospitati nei progetti Sprar sono riusciti a concretizzare un percorso di integrazione trovando un regolare lavoro e una casa in affitto. Alcuni di loro, ben 4, ad oggi lavorano a Castel del Monte andando anche a ripopolare uno di quei borghi piu’ belli di Italia dove pero’ ad oggi sempre meno italiani vogliono vivere. Il fenomeno dell’immigrazione e dei richiedenti asilo riteniamo sia un argomento complesso che va studiato ed analizzato al fine di trovare soluzioni giuste per persone che hanno diritti inalienabili, come tutti noi, e nel tentativo di renderlo magari anche un valore aggiunto per il nostro paese. Creare tensioni, alimentare dicerie, accrescere odio, alzare muri o peggio ancora imbrattare muri – afferma l’Arci – riteniamo che non possano costituire una soluzione. Accoglienza diffusa, sensibilizzazione, momenti di incontro, formazione, orientamento, potrebbero a nostro avviso creare un Sistema (lo Sprar ne e’ una dimostrazione) attraverso il quale riconoscere diritti e creare opportunita’ di crescita per il nostro territorio a cui tutti noi teniamo e che ognuno di noi vuole vedere tornare a crescere”.
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