La vittoria del progetto Brexit ha galvanizzato i partiti nazionalisti negli altri Stati membri. A cominciare dalla Francia: Marine Le Pen – sconfitta alle ultime elezioni amministrative, ma il cui Fronte nazionale e’ risultato avanzare nei consensi – su Twitter ha parlato di “vittoria della liberta’. Come chiedo da anni, ora bisogna fare anche in Francia lo stesso referendum e anche negli altri Paesi europei”.
Frauke Petr, leader del partito di estrema destra tedesco AfD, ha twittato: “i tempi sono maturi per una nuova Europa”. Da giorni invocava la vittoria del ‘leave’. Il suo numero due Alexander Gauland, il numero due del partito, a fine maggio e’ finito sui giornali per gli insulti al calciatore del Bayern Monaco Jerome Boateng, mamma tedesca e papa’ ghanese: “e’ un bravo giocatore, ma nessuno lo vorrebbe come vicino di casa”.
L’onda dell’entusiasmo populista raggiunge anche i Paesi Bassi, dove il capo del partito della destra estrema Geert Wilders ha invocato un referendum anche nel suo Paese: “anche gli olandesi ne hanno il diritto” e lo battezza ‘Nexit’.
“Che notte emozionante! L’Europa deve trovare una nuova via, se vuole sopravvivere” e’ il tweet di stanotte di Norbert Hofer, il candidato alla Presidenza dell’Austria sconfitto di pochissimo alle ultime elezioni austriache, che hanno visto la vittoria del leader dei verdi Alexander Van den Bellen.
Di tutt’altro segno la posizione del partito di destra alla guida della Polonia, Diritto e giustizia, che dall’inizio della campagna ha incoraggiato i britannici a votare per restare nella Ue. Ma gli egoismi nazionali qui pesano piu’ dello spirito europeista. Stamattina i principali quotidiani sottolineano – come fatto dai politici anche nelle scorse settimane – le conseguenze negative della Brexit per Varsavia, soprattutto sul piano economico. (Dire)
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