È stato presentato oggi dal Commissario Straordinario della ASL Roma 1, Angelo Tanese, dal Presidente di Amref Health Africa, Mario Raffaelli, e dal Consigliere Regione Lazio, Teresa Petrangolini, il progetto di promozione della salute di madri e bambini in aree disagiate della città di Roma.
Il progetto nasce da una cooperazione tra il settore pubblico e quello privato no profit finalizzata a reperire maggiori risorse per garantire l’accesso ai servizi territoriali periferici dedicati alle donne in gravidanza, in una prospettiva di equità in salute e secondo quanto previsto dalle linee guida della Organizzazione Mondiale della Sanità e dal programma “percorso nascita” della ASL Roma 1. Presenti anche il Direttore Sanitario della ASL Roma 1, Mauro Goletti, e Paola Magni, Responsabile Programmi Amref Health Africa. Per garantire l’appropriatezza e l’efficacia dell’assistenza materno infantile AMREF e ASL Roma 1 hanno siglato un protocollo che costruisce una rete di percorsi che consentano a tutte le donne – italiane e straniere – di accedere in modo diretto, facilitato, programmato ed equo al “percorso nascita” anche nelle aree disagiate della Città. Una migliore e più integrata presa in carico da parte delle strutture territoriali ed ospedaliere permette infatti di evitare dispersioni di risorse umane e finanziarie e soprattutto di potenziare un approccio “attivo” e informato verso i servizi. Per questo l’iniziativa prevede anche un’azione capillare e multilivello di informazione, sensibilizzazione e orientamento per le donne in gravidanza.
Il Direttore Sanitario della ASL Roma 1, Mauro Goletti, ha dichiarato: “Il protocollo sarà operativo entro 3 mesi e nel giro di 1 anno avremo i primi risultati della sperimentazione che – se positiva – potrà essere replicata su altri distretti sanitari. Si tratta infatti di un progetto pilota che punta a assicurare ad ogni donna che lo desidera e che sia residente nel Distretto 3 della nostra ASL di essere accompagnata dai servizi durante la gravidanza. La collaborazione con AMREF ci permette di avviare, proprio nel distretto più popoloso della ASL Roma 1 e con tante giovani coppie che a volte possono avere complicazioni nell’avvicinarsi ai servizi, un modello che agendo sulle liste d’attesa cerca di integrare domanda, offerta, appropriatezza e qualità, oltre che raggiungere proprio quelle donne che hanno maggiore difficoltà ad accostarsi al sistema sanitario regionale”. Il Presidente di AMREF Health Africa, Mario Raffaelli ha aggiunto: “Dal 1957 Amref Health Africa opera per promuovere equità e salute nelle comunità più svantaggiate dell’Africa. Sulla base di tale esperienza Amref sceglie di impegnarsi anche in Italia per promuovere il diritto alla salute e combattere le disuguaglianze. Lo fa rafforzando i sistemi sanitari e mobilitando i territori nelle scelte che riguardano la propria salute. Lo fa con la consapevolezza che le diseguaglianze nella salute materna e infantile riflettono un ineguale accesso ai servizi sanitari: In Africa, in Italia e ovunque. Questo progetto nasce da un’unità di intenti tra noi e l’ASL Roma 1, nel rispetto di ruoli specifici. Dove l’ASL ha da subito apprezzato uno dei valori centrali di AMREF, la volontà di affiancarsi e non sostituirsi alle istituzioni, in linea con il suo approccio alla salute in Africa. Non poteva esserci inizio migliore per un impegno così importante e nuovo per AMREF in Italia”.
La presentazione si è conclusa con l’intervento di Teresa Petrangolini, Consigliere Regionale Lazio: “Questa collaborazione consentirà di garantire maggiore tutela e promozione della salute per la donna e per il bambino, partendo proprio dalle periferie di Roma. È un modello di assistenza che interpreta al meglio l’indirizzo della Regione Lazio nel potenziamento dei servizi in area materno infantile e nell’integrazione della rete socio-sanitaria. Un’associazione come AMREF rinforza il lavoro che la ASL Roma 1 porta avanti sul territorio: maggiori interventi a sostegno delle famiglie meno abbienti e un’azione incisiva a favore dei più deboli e contro le disuguaglianze sanitarie”.
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