Il presidente della Commissione di Vigilanza Mauro Febbo arricchisce il voluminoso fascicolo a disposizione della magistratura sostenendo che “Continuano le omissioni e i misteri intorno ai provvedimenti che hanno riguardato negli ultimi mesi la Asl di Chieti”. “Quanto denunciato – ha detto il consigliere – sembra legare in modo singolare la nomina del direttore amministrativo della Asl, Sabrina Di Pietro, e il project financing per il nuovo ospedale che necessita del parere proprio dalla struttura che fa capo al direttore amministrativo, ovvero la stessa dottoressa Di Pietro”.
“Il primo aprile scorso – ha spiegato Mauro Febbo durante la conferenza stampa tenuta questa mattina a Chieti – avevo chiesto al direttore generale Flacco l’attestazione dei requisiti e il curriculum della dottoressa Di Pietro, fresca di nomina, ma in base alla informazioni in mio possesso non poteva ricoprire il ruolo di direttore amministrativo. Il 5 aprile, Flacco risponde che il curriculum e’ stato redatto e fornito in forma autocertificata dalla stessa dottoressa Di Pietro che, tra il 97 e il 2002, aveva ricoperto l’incarico di direttore della ex Onpi (struttura socio sanitaria dimensionata con 80 posti letto), per cui si riteneva sussistessero i requisiti. Non affatto soddisfatto il 19 aprile ho presentato una interpellanza rivolta a presidente della Regione e assessore alla Sanita’ per fare chiarezza sulla questione senza pero’ ottenere a tutt’oggi nessuna risposta. A quel punto mi sono visto costretto a coinvolgere Procura della Repubblica e Corte dei Conti (11 maggio) per fare definitiva luce e squarciare il velo di mistero.
A supporto della mia denuncia esiste il dispositivo del Gip del Tribunale dell’Aquila dal quale si evince chiaramente e inequivocabilmente che la dottoressa Di Pietro non ha i requisiti per ricoprire il ruolo di direttore amministrativo della Asl di Chieti. Infatti si legge: ‘appare sussistente la non riconducibilita’ al concetto di struttura sanitaria della ex Onpi essendo a prevalente accoglienza alberghiera per anziani. La questione non ha rilevanza penale (per quel procedimento, ma oggi chiaramente assume altra fattispecie) ma sicuramente amministrativa e contabile’ in quanto sarebbe stato provocato un danno all’erario consistente nel pagamento di quanto corrisposto a soggetti che non ne avevano il titolo”.
“Come se non fosse sofficiente – ha aggiunto Febbo – ai vertici Asl bastava consultare il sito della Regione Abruzzo o alzare il telefono per verificare che la struttura non e’ accreditata! Scoppiato il caso, il direttore Flacco si appresta a dichiarare a mezzo stampa (11 giugno) che esistono i pareri legali, che la Asl ha fatto il suo dovere e di aver firmato la risposta fornita alla Corte dei Conti che aveva chiesto chiarimenti mentre la Procura indaga per un’ipotesi di abuso d’ufficio. A quel punto, e siamo al 13 giugno – ha ricostruito il consigliere – chiedo a Flacco di fornirmi la documentazione ovvero i pareri legali a cui faceva riferimento e contezza circa la ipotetica parcella del professionista che avesse redatto il parere .
La risposta arriva dopo ben 16 giorni, cioe’ ieri 29 giugno, e ha davvero dell’incredibile: la mia richiesta ‘non e’ motivata da alcun interesse ed e’ formulata in termini generici’ ma la parte finale e’ scandalosa (per non utilizzare altro termine poco educato) con Flacco che dichiara come ‘il parere legale e’ stato redatto e rilasciato in favore della dottoressa Di Pietro’ ovvero e’ stata lei a chiederlo a un avvocato e a consegnarlo alla Asl che lo ha acquisito. Siamo alla piu’ totale illogicita’: i vertici aziendali – ha osservato Febbo – non solo non verificano l’attendibilita’ di quanto attestato ma assumono come parere quello della parte ‘incriminata’ senza che loro muovano alcunche’. Quanto si legge in questo documento e’ di una gravita’ assoluta e inaudita.
Ma almeno il buon senso del ‘padre di famiglia’ di chiedere alla Direzione regionale? Oppure di interessare uno dei tre uffici legali a disposizione (ASL, assessorato, Giunta regionale)? Che senso ha questo modo di agire? Peraltro – ha proseguito Febbo – vorrei ricordare a Flacco che il Collegio regionale della Garanzie Statutarie ha ribadito (anche se non era necessario) che nessun obbligo di motivazione grava in capo al Consigliere richiedente, nella fattispecie nella sua qualita’ di presidente della Commissione di Vigilanza; peraltro nel caso specifico vista la natura della Asl, quale ente dipendente dalla Regione, e’ obbligatorio garantire l’accesso agli atti e documenti di fronte alla potesta’ di accesso di cui all’art 30 dello Statuto regionale: e’ dunque un dovere d’ufficio la cui violazione attiva la responsabilita’ disciplinare del dirigente inadempiente e di conseguenza del direttore generale. Alla luce di questo – ha annunciato Febbo – lunedi’ mattina mi presentero’ negli uffici della Asl per chiedere personalmente l’accesso agli atti e se mi fosse negata ancora una volta la documentazione non esitero’ a chiamare le Forze dell’Ordine per esercitare il mio diritto; nel frattempo provvedero’ a integrare la documentazione gia’ presentata a Procura e Corte dei Conti”.
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