“C’è una storia che, grazie al WWF, tutti i bambini imparano da piccoli, in ogni angolo del mondo. E’ quella del panda e delle tante specie minnacciate dall’uomo. Succede anche in Italia, da 50 anni con il lupo, l’orso , le balene. Ci prendiamo cura di loro e dell’ambiente dove vivono” scrive la Presidente del WWF Italia, Donatella Bianchi, nell’ultimo numero di Panda, la rivista dell’Associazione.
In questi 50 anni la nostra Associazione ha lasciato il segno, dall’approvazione della legge sulla caccia alla legge quadro sui parchi (1991), dalla creazione del sistema Oasi, che tutelano 35.000 ettari di territorio – la prima fu Burano in Maremma nel 1967 – alla diffusione di una sensibilità ambientale attraverso le scuole, al grande lavoro svolto
sulle specie in via di estinzione. Proprio le Oasi sono state le protagoniste nella domenica appena trascorsa, con un’apertura gratuita e speciale dedicata proprio ai 50 anni del WWF in Italia.
Oggi se ripensiamo alle tante cose fatte (celebrate dal francobollo di Poste italiane!) siamo orgogliosi: ma dobbiamo esserlo anche dal dinamismo e dalla capacità di ripartire che il WWF dimostra ogni giorno in Italia, dove siamo presenti ancora una volta sulla Vespucci della Marina Militare, promuovendo iniziative e incontri nei porti, sorvegliamo i nidi di tartarughe marine e le sottraiamo a morte sicura nei nostri centri di recupero, coinvolgiamo giovani studiose inviate tra i gorilla nel centro Africa, sosteniamo Dzanga Sangha grazie al contributo di migliaia di italiani (più di 100.000 hanno donato all’SMS solidale) e siamo presenti con le nostre guardie volontarie sul fronte antibracconaggio.
E’ questa la forza della nostra associazione: radici forti nel passato, slancio verso il futuro. Ovviamente sempre con il sostegno dei nostri Soci e sostenitori, senza i quali niente di tutto questo sarebbe potuto accadere.
Tra gli animali salvati dal WWF alcuni sono divenuti il simbolo delle battaglie dell’Associazione: conme il cervo sardo, ridotto a poche decine di esemplari fino a quando il WWF non si impegnò nella battaglia per l’acquisto di Monte Arcosu, nel 1985, la lontra, simbolo della battaglia WWF per salvare i fiumi italiani attraverso le Oasi (Grotte del Bussento, Persano , Policoro, Lago di S.Giuliano), e poi l’orso e il lupo. Ma anche piccole specie come il pelobate fosco, un piccolo rospo padano, e uccelli come la pernice bianca, minacciata sulle Alpi dalla caccia e dai cambiamenti climatici. I veri festeggiati sono loro.
“Se quel lontano 1966 non avessimo avuto l’idea di aderire alla Associazione Internazionale nata 5 anni prima, cosa sarebbe cambiato nella nostra società e nel nostro Paese? Probabilmente una gran parte delle paludi sarebbe stata bonificata, probabilmente il lupo (ridotto a solo 100 animali nel 1973) sarebbe ormai estinto, probabilmente molti boschi, steppe, acquitrini, pascoli sarebbero stati invasi dal cemento. E la caccia sarebbe durata, come nel 1966, per sette mesi all’anno. E non avremmo avuto quei 35.000 ettari di territorio protetto che sono le Oasi WWF, una sorta di parco nazionale diffuso rappresentativo di tutti gli habitat naturali presenti nel nostro Paese” conclude Fulco Pratesi, Presidente onorario e tra i fondatori del WWF Italia.
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