Proteggere gli occhi con lenti adatte e filtranti, bere tanta acqua e mangiare frutta e verdura. Quando arriva il grande caldo spesso non pensiamo alla salute dei nostri occhi, che finiscono per essere sottoposti a uno stress maggiore oltre ai fastidi comuni durante il resto dell’anno. Nei mesi estivi, in particolare, è necessario prestare attenzione alle patologie del corpo vitreo. “Con l’afa è possibile andare incontro a episodi di disidratazione che si ripercuotono sulla struttura dell’occhio”, spiega il professor Guido Lesnoni, oculista e presidente del Givre, il Gruppo italiano di chirurgia vitreoretinica. In particolare si possono riscontrare le cosiddette ‘mosche volanti‘.
“Il nome corretto è miodesopsie, e si tratta di piccoli puntini neri che sembrano muoversi davanti agli occhi. Si formano comunemente quando avviene un processo osmotico che richiama acqua all’interno del vitreo, per tentare di mantenere una giusta idratazione: il gel vitreale infatti inizia a contrarsi e a disidratarsi formando aggregati di fibre e filamenti che galleggiano all’interno dell’occhio”. Di solito sono innocue, “un processo fisiologico”, e si limitano per così dire a disturbare la visione scomparendo con il tempo senza alcuna necessità di trattamento. Attenzione, però. In alcuni casi le miodesopsie, soprattutto se associate a flash luminosi, possono essere la spia di un problema più serio, come il distacco della retina. “In questo caso ci dobbiamo preoccupare- avverte Lesnoni- e procedere con esami approfonditi. In caso di diagnosi confermata bisogna procedere velocemente con l’unico rimedio possibile, ovvero quello chirurgico, chiamato vitrectomia”.
Questa tecnica, “grazie alle recente introduzione dei sistemi di chirurgia mini-invasiva senza suture, con strumenti sempre più sottili e poco invasivi, può, in casi selezionati in cui i corpi mobili costituiscano un serio e invalidante impedimento visivo, costituire una valida soluzione per il paziente affetto da miodesopsie: si esegue sotto anestesia locale con un’iniezione di anestetico intorno all’occhio e dura circa 30 minuti. Alla fine, bendaggio e ritorno a casa”.
Lesnoni spiega che si tratta “comunque di un intervento non privo di rischi, da eseguire in casi selezionati da chirurghi esperti. Al contrario, ritengo poco indicato il trattamento laser dei corpi mobili, in quanto molto spesso la frammentazione dei corpi più grandi produce diverse opacità più piccole che possono risultare ancora più fastidiose. Nei casi in cui, infine, i corpi mobili siano sì fastidiosi, ma non producano serio impedimento visivo, sconsiglio qualunque forma di intervento chirurgico”. Quindi per le ‘mosche volanti’ è importantissimo “assicurare l’idratazione bevendo tanta acqua e associando una dieta ricca di frutta e verdura ricche di sostanze antiossidanti. In alcuni casi noi oculisti possiamo anche consigliare degli integratori di sali minerali”. Per la retina, invece, le accortezze dello specialista sono chiare: “Normalmente è bene proteggere gli occhi con delle lenti che aiutino a filtrare le radiazioni ultraviolette, in particolare gialle o arancioni per i soggetti che soffrono già di una patologia retinica o sono soggetti ad ereditarietà”.
Di nuove tecniche di chirurgia vitreoretinica si è discusso recentemente nella cornice della Stazione marittima di Trieste, nell’ambito del Congresso nazionale del Givre che ha visto la partecipazione di 1.100 specialisti sia italiani che stranieri. Durante le sessioni, spiega il presidente, “si sono svolti degli interventi di chirurgia vitreoretinica e di trattamento del distacco di retina, approfonditi poi in apposite tavole rotonde. Infine, nell’arco delle tre giornate, abbiamo dato spazio a un corso di alta specializzazione sulla chirurgia del distacco della retina con tecniche innovative, oltre ad altre problematiche come le maculopatie trazionali e degenerative, fino ad arrivare alle malattie infiammatorie ed ereditarie della retina”. La tecnologia in questo senso ha fatto enormi passi avanti. “Esistono delle nuove metodiche con macchinari che hanno prestazioni molto più avanzate rispetto a quelle precedenti- sottolinea in conclusione Lesnoni- Parliamo di una efficacia incrementata degli interventi grazie a una minore invasività e a tempi notevolmente ridotti, sia di durata dell’intervento che di convalescenza e recupero del paziente. Il tutto con risultati migliori”. (Dire)
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