Le mani di ‘Cosa Nostra‘ sull’Expo di Milano. Il Gico della Guardia di finanza di Milano, ha eseguito 11 misure cautelari nei confronti di persone che avrebbero ottenuto, in tre anni, 20 milioni di appalti per l’ente Fiera di Milano attraverso la Nolostand, società totalmente controllata dall’ente Fiera, ora commissariata su richiesta della Dda. Tra le commesse ottenute illecitamente ci sarebbero anche alcuni padiglioni realizzati per Expo 2015 tra cui quello di Francia, Qatar, Guinea Equatoriale e quello dello sponsor Birra Poretti .
L’accusa è di associazione per delinquere finalizzata a favorire gli interessi della mafia, ma tra i reati contestati a vario titolo agli arrestati ci sono anche il riciclaggio, la frode fiscale, l’appropriazione indebita e altri reati tributari. Gli arrestati sarebbero legati alla mafia e in particolare alla famiglia Pietraperzia di Enna. L’ordinanza di arresto è firmata dal gip Maria Cristina Mannocci su richiesta della Procura di Milano. L’indagine è dei pm Sara Ombra e Paolo Storar, coordinata dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini: l’operazione della Gdf è stata ribattezzata “Giotto”. Oltre agli arresti, sono scattati anche sequestri preventivi per diversi milioni di euro.
I dettagli dell’operazione, in cui sono impegnati oltre 150 finanzieri, saranno illustrati in una conferenza stampa indetta dalla Procura di Milano per le 11.30.
LAUDIO FAVA: “CONFERMA FORZA CORRUTTIVA MAFIA” – “L’inchiesta della Procura di Milano sull’Expo conferma conferma tutte le nostre preoccupazioni sulla forza corruttiva della mafia e sulla rete di insospettabili complicità che fiancheggiano e proteggono le cosche. Non esiste una zona grigia: la terra di confine tra mafie, professionisti e istituzioni è ormai una zona nera, collusa, impunita. Su quel confine e su quelle complicità occorre concentrare risorse, indagini e una nuova tensione morale che troppo spesso viene delegata solo ai magistrati e ai loro processi”. Così Claudio Fava,vicepresidente della Commissione antimafia, sugli arresti disposti dalla Procura di Milano nell’indagine sull’Expo. (Dire)
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