Amnesty International Italia ha chiesto a tutti i capigruppo in Senato di fare ogni sforzo possibile affinché “non si arrivi ad approvare una legge sulla tortura che, dopo tanti anni di tentativi non riusciti, finisca con lo sconfiggere la finalità stessa che ci si propone di raggiungere”.
In vista del dibattito previsto nel pomeriggio del 12 luglio al Senato, l’organizzazione per i diritti umani ha espresso la speranza che siano rispettati gli obblighi di prevenzione e punizione previsti dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, ratificata dall’Italia ormai quasi 30 anni fa.
Per Amnesty International sarebbe invece “incompatibile” con la Convenzione la previsione della tortura come inclusiva dei soli comportamenti “reiterati”, in quanto questo elemento restringerebbe la portata della definizione internazionale.
È inoltre necessario che la definizione del reato comprenda l’inflizione della sofferenza “sia fisica che psichica”. Prevedere una fattispecie che escluda l’elemento psichico significherebbe ignorare “una pratica ben conosciuta e documentata in tutto il mondo”.
Anche per quanto riguarda la punizione, servono “pene appropriate” e, soprattutto, è necessario che i tempi di prescrizione siano “sufficientemente lunghi, in maniera tale da evitare che i fatti di tortura, come è accaduto in non pochi casi negli ultimi decenni, rimangano del tutto impuniti”.
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