Continua il fenomeno dello spiaggiamento di carcasse di tartaruga sulle coste abruzzesi e molisane. Pur rientrando nella casistica attesa tali episodi colpiscono sempre ed alcuni, come in questo caso, in maniera particolare. Sabato 23 luglio, infatti, e’ stato rinvenuto a Termoli (Campobasso) un giovane esemplare di tartaruga femmina della specie Chelonia mydas – o tartaruga verde – una specie protetta e molto rara da incrociare alle nostre latitudini.
A seguito del rinvenimento e’ stato prontamente attivato il flusso di intervento per la gestione di animali marini, indicato dalle recenti linee guida della Regione Molise, con il trasferimento dell’esemplare presso la sede centrale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” di Teramo. La consolidata collaborazione tra l’Istituto, la Guardia Costiera, i Servizi Veterinari e il Centro Studi Cetacei, ha consentito un recupero rapido della carcassa e, di conseguenza, l’esecuzione delle necroscopia su materiale ancora idoneo. L’esame autoptico ha fatto accertare le cause di morte della tartaruga marina: gli specialisti dell’Izsam hanno riscontrato un grave episodio di occlusione intestinale, collegato alla presenza di materiale plastico aggrovigliato in circa 40 cm di lenza che ha provocato il decesso dell’animale. Si tratta, purtroppo – commenta l’Istituto – dell’ennesima dimostrazione dell’effetto negativo della mano dell’uomo sulla natura.
Il riscontro autoptico ha confermato ancora una volta il collegamento tra le attivita’ umane (impatto contro imbarcazioni, pesca, inquinamento) e la morte della maggior parte degli esemplari di tartaruga rinvenuti spiaggiati. Presso l’Istituto di Teramo sono in corso ulteriori indagini per la ricerca di eventuali agenti patogeni e contaminanti chimici.
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